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Giuseppe Conte e la manovra da 40 miliardi, tutte le novità. Mance e aiutini per il Sud, esulta solo Provenzano

Sandro Iacometti
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Il governo se l'è presa un po' comoda. Circa un mese tra il primo testo approvato salvo intese e quello licenziato ieri dal Consiglio dei ministri. Ma alla fine è uscita una manovra coi fiocchi. Qualche spicciolo per le imprese, con la dote per gli aiuti a fondo perduto di appena 4 miliardi, una bella rabboccata agli stanziamenti per il reddito di cittadinanza, con 4 miliardi in più da qui al 2029, e un contentino di 2,5 miliardi per la riforma del fisco. Che è cosa ben diversa dall'assegno unico per i figli, per cui si spenderanno più di 8 miliardi nel biennio e che rischia di diventare l'ennesima tagliola per il ceto medio, lasciato a secco di tutte le attuali detrazioni per fare posto ad una sorta di paghetta grillina per i giovani. Rispetto alle bozze circolate la scorsa settimana, il testo della legge di bilancio varata ieri si è poi arricchito di una raffica di aiuti destinati al Mezzogiorno, come se fosse lì la fetta maggiore di Pil persa a causa della pandemia e come se fosse quello il motore in cui mettere benzina per far ripartire il Paese.

 

 

 

Le novità - Ecco le migliorie apportate da Gualtieri & C.: viene prorogato al 31 dicembre 2022 il credito d'imposta esistente per gli investimenti nelle Regioni del Sud, mentre per le attività di ricerca e sviluppo viene inserita per il 2021-22 la possibilità di usufruire di un bonus fiscale pari al 25% per le imprese con almeno 250 dipendenti, un fatturato di almeno 50 milioni o un totale di bilancio di almeno 43 milioni. Il credito sale al 35% per le imprese che danno lavoro ad almeno 50 persone, abbiano un fatturato annuo di almeno 10 milioni, e al 45% per le piccole imprese che occupano meno di cinquanta persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni. E sempre per il Sud arrivano, con una dotazione di 50 milioni nel 2021, gli Ecosistemi dell'innovazione per favorire il perseguimento di obiettivi di sviluppo, coesione e competitività dei territori nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. La decontribuzione al 30% viene inolte estesa fino al 2029. Non è tutto. Per migliorare la gestione dei fondi europei per la politica di coesione, come se il meridione fosse a corto di funzionari pubblici, si autorizzano le amministrazioni che ricoprono ruoli di coordinamento, di gestione e di utilizzazione delle risorse ad effettuare 2.800 assunzioni. I nuovi burocrati si mangeranno una parte degli aiuti (sembra vadano messi in conto ai finanziamenti di Bruxelles i 126 milioni annui di stipendi stimati) e sicuramente faranno in modo che la percentuale dei soldi spesi salga un pochino. Compito non impossibile, visto che gli ultimi dati parlano di una quota di fondi usati che non supera il 30% del totale.

Provenzano festeggia - Esulta, giustamente, il ministro Giuseppe Provenzano. «Il Sud e la coesione nella legge di bilancio appena approvata», scrive su Twitter, «estensione al 2029 della decontribuzione, credito d'imposta investimenti e rafforzato in ricerca e sviluppo, ecosistemi dell'innovazione al Sud, fondi aree interne e comuni marginali e soprattutto "rigenerazione amministrativa" (che nessuno sa cosa sia, ndr)». La sintesi della manovra fatta ieri sera da Giuseppe Conte ai sindacati, dopo averli supplicati di «fare insieme la riforma complessiva del Paese», la dice lunga: «Stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale attivato lo scorso luglio, decontribuzioni, 500 milioni per le politiche attive per il lavoro e risorse per il reddito di cittadinanza». Il risultato dei sussidi a pioggia (nella manovra hanno trovato spazio anche il blocco dei licenziamenti fino a marzo e altre 12 settimane di Cig) e degli aiutini al Mezzogiorno è che i 38 miliardi di risorse stanziate saranno del tutto insufficienti per stimolare la ripresa il prossimo anno. Di qui l'annuncio del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, che gli interventi «potranno essere potenziati, attraverso lo scostamento di bilancio, per rafforzare l'impatto anticiclico sul 2020 e il 2021». Insomma, la manovra ancora deve diventare legge, ma è già vecchia. riproduzione riservata Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha confermato: «Ci sono risorse per sanità, imprese, lavoro, e in più un forte investimento per il Sud» 

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