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Le Fs abbattono 688mila tonnellate di Co2: la transizione ecologica viaggia sui binari

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Il carbone non è ancora acqua passata. La Cop26 appena terminata a Glasgow ha evidenziato la siderale distanza tra chi vuole abbandonare l’economia fossile per la lotta alle emissioni clima alteranti – inglesi, americani ed europei - e chi invece non ci vuole assolutamente rinunciare – India, Cina, Sudafrica, Australia. Ecco perché, contro i gas a effetto serra, l’Europa cerca di correre ai ripari agendo su più fronti. Tra questi, lo sviluppo nel mondo dei trasporti e della modalità ferroviaria con investimenti in energia e innovazione tecnologica. E il treno si presenta come una delle soluzioni più ecologiche e sostenibili. Basti pensare infatti che il ferro contribuisce per meno dello 0,5% alle emissioni di CO2 del settore trasporti nel Vecchio Continente, complessivamente responsabile del 25% delle emissioni totali.
E’ la ferrovia insomma la spina dorsale della catena della mobilità del futuro. 

E nel quadro europeo, l’Italia è il Paese che ha investito maggiormente nella infrastruttura ferroviaria con risorse che andranno a potenziare l’Alta Velocità, specie nel Sud del Paese, a connettere porti e aeroporti con le linee ferroviarie, a spostare sempre più persone e merci sul treno, ad avvicinare il Mezzogiorno all’Europa con una percentuale di investimenti per il Meridione pari al 46% del totale. «Il Gruppo Fs è pronto a investire 28 miliardi del PNRR in mobilità integrata a 360 gradi, ha detto Luigi Ferraris, Ad del Gruppo FS, continuando a sviluppare l'Alta Velocità e il trasporto regionale, attraverso soluzioni basate sulla creazione di valore, rispettando le esigenze delle persone».

Sul fronte della salvaguardia ambientale, come contribuiscono le Ferrovie dello Stato Italiane? La riduzione delle emissioni climalteranti è uno dei temi prioritari del Gruppo FS: nel 2020, secondo il GHG Report appena pubblicato (Greenhouse Gas Report, rapporto sui gas a effetto serra) sono state evitate 688 mila tonnellate di CO2, pari a un -25% rispetto all’anno precedente, dato ottenuto in piena emergenza da Covid-19. Il trend di risparmio di CO2 però è iniziato nel 2018, pre pandemia, e punta al -55% di emissioni entro il 2030 (rispetto al 1990). 

Un altro dato interessante è correlato all’uso di energia da fonti rinnovabili. Oltre ad aver aumentato l’acquisto di energia elettrica proveniente da rinnovabili certificate da Garanzie di Origine – la certificazione elettronica che attesta l'origine rinnovabile delle fonti utilizzate dagli impianti qualificati - una parte di energia pulita proviene dagli impianti fotovoltaici riconducibili alle Officine di manutenzione di Trenitalia, che permettono una riduzione di 1.050 tonnellate l’anno di CO2. Nel settore elettrico il 37% dei consumi italiani nel 2020 proveniva da fonti rinnovabili.

Inoltre efficientamento e sostenibilità delle flotte rotabili, grazie a treni sempre più leggeri, contribuiscono a ridurre le emissioni inquinanti. Mentre un investimento economico del Gruppo FS Italiane è stato fatto sui mezzi non dedicati al trasporto di passeggeri come gru e treni di manovra. Il rinnovamento del 40% del parco gru e il 67% dei treni di manovra di Terminali Italia, società controllata da RFI, hanno comportato un risparmio netto di 1.350 tonnellate di CO2 nel corso del 2020.

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