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Mario Draghi, le voci sul ricatto dell'alta finanza: "Se non resta a Palazzo Chigi, addio ai miliardi del Pnrr"

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Centrare il sogno del Quirinale sarebbe un colpaccio, ma Mario Draghi per il bene del Paese è disposto a rinunciarci. In queste ore, con lo spread che sta salendo alle stelle, molte banche internazionali dal calibro di JP Morgan si stanno interrogando sul futuro del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L'Unione europea, dei 209 miliardi promessi, al momento ha fatto arrivare all'Italia solo un assaggio: 25 miliardi. E, teme Dagospia, che non faccia arrivare il resto una volta che il premier ha lasciato Palazzo Chigi per il Colle. 

 

 

"Se Draghi trasloca al Quirinale e al suo posto va un Daniele 'Alexa' Franco, che fa tutto quello che dice Mariopio, i poteri sono diversi". Infatti, quello che il presidente del Consiglio ha affermato in conferenza stampa, risulta una dichiarazione azzardata. In favor di telecamere, il premier ha esaltato l'operato del governo: "Abbiamo conseguito tre grandi risultati. Abbiamo reso l’Italia uno dei paesi più vaccinati del mondo, abbiamo consegnato in tempo il Pnrr e raggiunto i 51 obiettivi. Abbiamo creato le condizioni perché il lavoro sul Pnrr continui. Il governo ha creato queste condizioni indipendentemente da chi ci sarà". Ma ancora è troppo presto per cantare vittoria.

 

 

Secondo Dago lo stesso Draghi ha capito l'instabilità della situazione, "iniziando a rimettere i remi in barca". Con la gravità della pandemia e i partiti che fanno di testa loro sulle candidature alla presidenza del Consiglio, il premier potrebbe ritrovare l'entusiasmo per portare la barca Italia fuori da una eventuale tempesta. Questo almeno se Sergio Mattarella rimanesse lì dov'è: al Quirinale. Un'ipotesi improbabile, visto che ha già più volte ribadito l'intenzione di fare un passo indietro, criticando la rieleggibilità del capo dello Stato. Insomma, il Paese è sospeso con l'Ue pronta in agguato.

 

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