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Titoli di Stato, prezzi fuori controllo: panico-Ue, cosa sta succedendo

Benedetta Vitetta
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Chiusura "pre-elettorale" da brividi per Piazza Affari che si è mantenuta in forte calo rispetto anche agli altri listini azionari del Vecchio Continente per tutta la seduta che si è poi chiusa con l'indice Ftse Mib in ribasso del 3,36% a quota 21.066 punti, mentre l'Ftse Italia All Share ha ceduto il 3,22% a 22.869 punti. In ribasso pure il l'Ftse Star che ha lasciato sul terreno l'1,04%. A Milano è andato male pressoché tutto il listino principale- in una sola giornata Piazza Affari ha bruciato ben 19 miliardi di euro - ma soprattutto il comparto degli energetici, petroliferi e industriali.

 

 

 

RECESSIONE E VOTAZIONI - Tra le principali motivazioni che hanno fatto precipitare il listino milanese, senza dubbio, c'è quel che potrà accadere dopo la competizione elettorale di domenica, ma soprattutto il contesto economico e quello geopolitico internazionale e il rischio sempre più concreto, come ha ricordato anche il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, che sia l'Ue sia soprattutto gli Stati Uniti possano entrare in recessione. In più a scatenare la forte corrente di vendite han contribuito gli indici Pmi dell'eurozona in netta contrazione. Insomma agli investitori sembra far molta paura una frenata dell'economia che pare ormai essere alle porte. Del resto l'aggressiva stretta dei tassi decisa anche pochi giorni fa dalle Banche Centrali negli States, in Uk, Svizzera e Norvegia, insieme a quella già prevista dai piani alti di Bruxelles, indicano che il raffreddamento dell'attività economica - che punta a garantire la stabilità dei prezzi e a bloccare la galoppata dell'inflazione - sarà la futura priorità delle istituzioni di politica monetaria. Anche a costo di bruschi stop alla crescita economica. Cosa che ieri ha avuto immediati riflessi sui titoli petroliferi quotati a Milano che han trainato al ribasso Piazza Affari con Tenaris (-8,1%) ed Eni (-4,7%) che han messo a segno le peggiori performance. Vendite pesanti sul petrolio in calo del 5% circa a Londra il Brent novembre è tornato a 86 dollari al barile, mentre a New York il Wti novembre è sceso sotto gli 80 dollari al barile. Giù pure il gas naturale in Europa a 180,5 euro al megawattora (-3,7%).

 

 

 

Sul fronte monetario, in calo di oltre l'1% anche l'Euro sulla moneta americaa, in minimi da 20 anni a 0,9723 dollari. Borse a piccco e rendimenti dei titoli di Stato in forte crescita con i Btp decennali che hanno toccato nuovi massimi al 4,32%. In rialzo anche il differenziale sui Bund tedeschi a 224,3 punti. «Anche lo spread è aumentato: l'avvicinarsi delle elezioni ha comportato un incremento della volatilità». Così il Mts, la piattaforma dei titoli di Stato in Piazza Affari, nel bilancio settimanale sull'andamento del mercato del debito pubblico. E, come detto, l'allarme recessione ieri ha messo sotto pressione pure le altre principali piazze Ue con Francoforte che ha lasciato sul terreno l'1,98%, Parigi il 2,28%, Madrid il 2,41%, Amsterdam il 2,7% e Londra in rosso del 2,1 per cento. Ieri, complessivamente, l'Europa ha bruciato 232 miliardi. Stesso il sentiment registrato Oltreoceano col Dow Jones (ai minimi del 2020) e il Nasdaq che, a metà seduta, perdevano rispettivamente il 2,34 e il 2,46 per cento.

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