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Banca Intesa rivoluziona il lavoro: settimana corta, come funziona

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Benedetta Vitetta
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Seguendo l'esempio portato avanti (con successo) da altri Paesi, ora anche Intesa Sanpaolo scommette sulla settimana corta: 4 giorni di lavoro e tre di riposo. Da gennaio, diventerà un'opzione concreta per i 74mila dipendenti del primo gruppo bancario italiano, che ha varato un piano - senza però aver raggiunto un'intesa coi sindacati - per riorganizzare appunto le modalità organizzative di lavoro. «Andare incontro alle esigenze di conciliare gli equilibri di vita professionale e lavorativa dei dipendenti, dimostrare attenzione al loro benessere, attraverso soluzioni innovative delle modalità lavorative con l'obiettivo di rendere la banca ancora più agile e dinamica, al servizio di una clientela più esigente» così una nota di Ca' de Sass.

Tra le principali novità che a breve saranno introdotte, c'è un'evoluzione dello smart working con la possibilità di lavoro flessibile fino a 120 giorni all'anno, con un'indennità di buono pasto di 3 euro al giorno per tener conto pure delle spese sostenute lavorando da casa, e di lavorare 4 giorni a settimana aumentando a 9 le ore giornaliere su base volontaria, a parità di retribuzione, senza obbligo di giorno fisso».

 

 

 

IL BENESSERE DEI DIPENDENTI

Da gennaio, quindi, le persone che lavorano in Intesa Sanpaolo, «potranno individualmente accedere a queste modalità, ulteriormente migliorative rispetto a quelle attuali, compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive aziendali». Sarà anche avviato un periodo di sperimentazione in circa 200 filiali. Il gruppo Intesa «vuol far fronte ai cambiamenti in atto del settore bancario e finanziario proponendo soluzioni e strumenti» prosegue la nota del colosso guidato da Carlo Messina, «nell'ambito del quadro normativo, all'avanguardia in materia di organizzazione del lavoro, in linea col suo impegno costante per il benessere e l'inclusione che posiziona il gruppo ai vertici mondiali dei principali indici internazionali». Il nuovo modello organizzativo «metterà la banca nelle migliori condizioni di competitività per affrontare le sfide che la attendono alla luce del mutevole contesto economico e sociale, specie la transizione verso i servizi digitali e ad alta innovazione tecnologica».

 

 

 

IL "4X9" NEL MONDO

Ma come detto, sulla nuova organizzazione e gli orari di lavoro l'istituto di credito non ha trovato l'accordo con le parti sociali. In particolare la trattativa - hanno fatto sapere Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin in una nota - si è arenata su alcune richieste: l'estensione dello smart working e del "4x9" a tutti i colleghi della rete filiali; l'individuazione di strumenti tecnici per una reale disconnessione al termine dell'orario di lavoro; l'incremento per tutti del valore del buono pasto; il riconoscimento del buono pasto intero per i giorni di smart working; gli indennizzi per spese energetiche e di connessione e il contributo per allestire la postazione di lavoro. La banca ha comunque scelto di andar avanti con la proposta annunciandone l'avvio.

Quella della settimana corta è una pratica già adottata da un centinaio di aziende inglesi e che sta dilagando in Belgio, Islanda, Scozia, Spagna, ma anche Giappone, Emirati Arabi e Nuova Zelanda. In Portogallo sarà sperimentata per sei mesi dal 2023. Un rapporto di 4 Day Week Global, ha riscontrato che il nuovo modello di lavoro ha fatto aumentare dell'8% i ricavi delle aziende che hanno aderito al progetto e ha ridotto l'assenteismo e dimissioni. 

 

 

 

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