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Benzina, stesso fornitore ma tariffe diverse? Lo scandalo: come lo "spiegano"

Attilio Barbieri
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Sale ancora la tensione sui carburanti. L'Antitrust ha chiesto alla Guardia di Finanza il dossier contenente gli esisti dei controlli sui prezzi di benzina, diesel, metano e Gpl, svolti negli ultimi giorni dalle Fiamme Gialle su incarico del ministro dell'Economia Giorgetti. In particolare il garante Roberto Rustichelli ha chiesto al comandante della Gdf, generale Zafarana, di poter accedere allle eventuali violazioni accertate dai finanzieri. Fra l'altro il comando della Guardia di Finanza segnala che nel corso del 2022, sono stati eseguiti 5.187 interventi sui distributori di carburante, anche grazie a uno specifico piano d'azione, su scala nazionale, denominato "Prezzi carburanti". E sono state contestate ben 2.809 violazioni alla disciplina sui prezzi. Di tali violazioni, 717 hanno riguardato la mancata esposizione o la difformità dei prezzi praticati rispetto ai prezzi indicati e 2.092 l'omessa comunicazione al Ministero.

 

 

Lo rende noto in un comunicato il comando generale della Guardia di Finanza. La Gdf, a partire dal marzo 2022 - in concomitanza con l'aumento del prezzo del gas, dell'energia elettrica e dei carburanti, precisa il Corpo, «ha, tra l'altro, dato disposizioni ai reparti per implementare il sistema di vigilanza degli impianti di distribuzione stradale di carburante e dei depositi commerciali, rivolgendo particolare attenzione alla dinamica dell'andamento dei prezzi nella fase di variazione delle aliquote di accisa».

TEMPESTA PERFETTA
Mentre Bruno Bearzi, numero uno della Figisc Conformercio, l'associazione dei gestori, parlava di «tempesta perfetta in un bicchier d'acqua», il ministero dell'Energia, segnalava la difficoltà di individuare fenomeni speculativi nell'andamento dei prezzi. La giornata di ieri si è aperta con una nuova raffica di aumenti alla pompa. Sarà anche vero che, come rimarcano i gestori, i prezzi di verde e gasolio dall'inizio dell'anno sono cresciuti meno del bonus scaduto il 31 dicembre e non rinnovato dal governo. Se i corsi del petrolio restano deboli - martedì il Brent ha chiuso in crescita dell'1,14% a 80,56 dollari al barile dopo settimane di cali- i listini dei carburanti continuano a dimostrarsi sganciati dall'andamento della materia prima. E si ampliano ulteriormente le differenze di prezzo fra le diverse reti e pure fra i punti vendita della stessa insegna.

 

 

 


LISTINI ANCORA SU
Martedì mattina, comunque i prezzi medi nazionali dei carburanti erano ancora in crescita. Secondo la consueta rilevazione della Staffetta Quotidiana, alla pompa in modalità fai da te, la benzina è balzata a 1,81 euro al litro e il gasolio a 1,87. Ip, Q8 e Tamoil hanno aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di verde e diesel. Il risultato dei rimbalzi dell'ultima settimana è soprattutto quello di aver approfondito le diversità nei listini da un punto vendita all'altro. Con differenze di prezzo che in taluni casi arrivano anche a 15 o 16 centesimi al litro per il medesimo carburante nella modalità self service. Una forbice che tende ad allargarsi pure in zone omogenee e non ha nulla a che vedere con le differenze esistenti da tempo, con i distributori situati nelle isole che hanno costi di trasporto maggiori. Non a caso proprio ieri il ministro dell'Energia Pichetto ha segnalato che in Sicilia e Sardegna i prezzi alla pompa hanno già superato i 2 euro al litro.

Va proprio nella direzione di rendere immediatamente raffrontabili i prezzi alla pompa con il livello nazionale la decisione del governo che con il decreto licenziato ieri ha reso obbligatoria l'esposizione in tutti i distributori del prezzo medio nazionale. Ma per il presidente di Assopetroli, Andrea Rossetti, «non esiste alcun caso Italia» e non si registrano «scostamenti» rispetto a quello che succede negli altri paesi europei. «Il prezzo della benzina e del gasolio al netto delle tasse è più basso della media europea» come emerge dalle banche dati e dagli osservatori, conclude Rossetti. E il numero uno dell'Unem (petrolieri) Claudio Spinaci invita a fare i raffronti tra i listini al pubblico e i prodotti che escono dalla raffineria, «non con il greggio». Mentre il Codacons segnala che negli impianti autostradali il prezzo al litro ha già sfondato i 2,50 euro. 

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