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Bce, l'ultimo schiaffo all'Italia: "Basta aiuti per tagliare le bollette"

Attilio Barbieri
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Le superbollette di luce e gas? È giusto che si scarichino per intero sulle nostre tasche. Fino all’ultimo centesimo. Basta aiuti di Stato per alleviare gli effetti del carovita! L’ultima trovata della Bce esce direttamente dal Bollettino economico pubblicato ieri. «Con l’attenuarsi della crisi energetica i governi dovrebbero ritirare le relative misure di sostegno tempestivamente e in maniera concordata per evitare di spingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, rendendo necessaria una risposta di politica monetaria più risoluta», si legge nel documento. Peccato, come ha certificato proprio ieri l’ufficio studi di Confcommercio, che la bolletta energetica sia tuttora più cara del 35% rispetto al periodo precedente la crisi energetica. Senza considerare che gli aiuti rinnovati di recente dal governo Meloni, sono destinati esclusivamente alle famiglie con i redditi più bassi, molto spesso incapaci di far fronte ai rincari delle utenze domestiche. Difficile- anzi: impossibile- che i bonus possano alimentare il carovita. L’unico effetto prodotto dal taglio che auspica l’istituto guidato da Christine Lagarde sarebbe quello di mettere ulteriormente in difficoltà i nuclei familiari a basso reddito. Ma questo, evidentemente non interessa a Francoforte.

 

 


MEDIO PERIODO
«Le politiche di bilancio - afferma la Bce - dovrebbero essere orientate a rendere l’economia dell’area euro più produttiva e a ridurre gradualmente l’elevato debito pubblico. Le politiche volte a migliorare la capacità di approvvigionamento soprattutto nel settore energetico, possono inoltre contribuire a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo». Nell’arco cioè di alcuni anni. Nel frattempo i meno abbienti si arrangino! Fra l’altro la Lagarde è cosciente degli effetti distruttivi prodotti dal rialzo dei tassi da zero fino al 3,75%, con i mutui a tasso variabile sopra il 4,60%. «Il calo nelle richieste di prestiti da parte delle famiglie è stato il più elevato dal 2003», scrive la Bce nel Bollettino.

 

 


2% NON NEGOZIABILE
Nonostante la frenata degli impieghi delle banche, l’Eurotower non deflette. «Il nostro obiettivo è semplice e diretto», ha affermato la Lagarde, «la stabilità dei prezzi. Dobbiamo essere totalmente determinati a raggiungerlo e prenderemo tutte le misure necessarie affinché l'inflazione torni al 2%. E lo faremo, senza dubbio. Il 2% non è negoziabile». Chi confidava in un allentamento della stretta monetaria rischia di incappare in una delusione cocente. Il brutto deve ancora arrivare. Sul rialzo dei tassi, ha puntualizzato la numero uno della Bce in una intervista con l’emittente spagnola Tve, «penso che la parte iniziale del viaggio non sia stata la più difficile, perché era ovvio a tutti che l’outlook di inflazione e l'inflazione core erano troppo alti e per troppo tempo. Quando tutti capiscono e sono d’accordo, le decisioni di politica monetaria sono più facili. Più ti avvicini alla fine del viaggio - e noi non ci siamo ancora - più sottile diventa il margine e più difficile è valutare il momento, il ritmo e il livello giusti per raggiungere il massimo consenso possibile all’interno del gruppo. Quindi penso che ci stiamo dirigendo verso decisioni più delicate», ha concluso, «ma saremo coraggiosi e prenderemo le decisioni necessarie per riportare l'inflazione al 2%». 

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