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Testamento Berlusconi, il mistero dei 7 miliardi: dove si trova la montagna di denaro

Roberto Tortora
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I milioni, anzi i miliardi, possono attendere. La famiglia Berlusconi resta unita dopo la scomparsa di mister Big (o mister B) lo scorso 12 giugno, praticamente solo due mesi fa. Nessuna lotta fratricida, nessuno fa le valigie, nessuno alza la voce. Il mese scorso è stato aperto il testamento, scritto in più fasi e in tre versioni tra il 2006 e il 2022. Il primo, il principale, come si apprende sul Giorno, per stabilire il dato essenziale: la quota disponibile dell’eredità da attribuire ai primi due figli, il resto da dividere equamente fra tutti e cinque.  Perché dei 7 miliardi di euro di eredità, di fatto, ancora non è stato distribuito nulla. Quella montagna di denaro, ad ora, resta lì, parcheggiata.

Il secondo, per fissare un legato da 100 milioni a favore del fratello Paolo, e il terzo, redatto mentre l’ex-presidente del Consiglio era diretto al San Raffaele per un ricovero, in cui chiedeva ai figli (dimenticando per una svista il più giovane, Luigi) con una grafia che mostrava sofferenza, «se non dovessi uscire», di onorare un’altra disposizione: 100 milioni per Marta Fascina, altri 30 per Marcello Dell’Utri. Proprio l’ex-ultima compagna di Silvio Berlusconi è rimasta ad Arcore dopo i funerali, mostrandosi in pubblico per la prima volta in occasione della prima edizione del Trofeo Silvio Berlusconi, seduta accanto al rampollo più giovane della famiglia, Luigi, sulle tribune dell’U-Power Stadium di Monza, e accanto anche ad un posto vuoto lasciato per l’ex-premier, ad assistere alla partita tra Monza e Milan, le due squadre del cuore del Cavaliere. Ha scritto un post la Fascina, semplice: “Dio come mi manchi”. La famiglia, dunque, è unita e lo stesso Pier Silvio, suo coinquilino ad Arcore, ha accolto la Fascina allo stadio con un bacio.

 

Uniti, soprattutto, nella gestione di quel patrimonio che non è ancora stato realmente diviso tra i figli. Non che sia facile, considerando un impero che va da Mediaset al Teatro Manzoni, passando per il 20% di Mediolanum. Ed è molto complesso, in assenza di stime e di un vero inventario, catalogare e distribuire residenze e dimore. Come Villa Certosa, solo una delle dodici attribuite a Silvio Berlusconi, stimata 259 milioni. Ma il prezzo reale lo farà il mercato. Ci vorrebbero anni, almeno sulla carta, per calcolare il costo di quadri, firme celebri o poco nobili, custoditi nelle case. Un Tiziano, una Gioconda Nuda di scuola leonardesca e una madonna di quella di Raffaello, per limitarsi ad Arcore.

 

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