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Manovra e Pil, per rilanciare l'economia favorire gli investimenti privati

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Fabrizio Pagani
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Per l’economia italiana diventa più concreta la prospettiva di una marcata contrazione nei prossimi mesi. Nel secondo trimestre del 2023, il Pil ha registrato una preoccupante diminuzione dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Secondo imprenditori e manager questo rallentamento potrebbe accentuarsi in questa seconda metà dell’anno. Anche il governo, come testimonia la Nadef, il documento di previsione varato in questi giorni, rivede la crescita al ribasso sia per il 2023 che per l’anno prossimo. Non aiuta l’economia e le imprese il rialzo dei tassi destinati a rimanere «più alti e più a lungo», secondo un’espressione condivisa da Fed e Bce. Cosa può fare la politica economica per evitare di scivolare in recessione? I margini di bilancio sono limitati, con deficit ancora alto e debito che non diminuisce affatto. L’aumento della spesa per interessi, che nel 2026 potrebbe addirittura sforare i 100 miliardi. Con questi vincoli difficile adottare politiche espansive di rilancio della domanda interna e dei consumi. Egualmente difficile far crescere le esportazioni, che dipendono da dinamiche esterne, non influenzabili direttamente.

NULLA È A COSTO ZERO
Vi è però un componente del Pil su cui si può intervenire più facilmente. Si tratta degli investimenti: diventa cruciale attivare rapidamente una spinta agli investimenti privati. Questi interventi non sono a costo zero, ma il loro impatto sulla finanza pubblica è meno ingente e può essere in larga parte coperto da risorse Pnrr. Gli strumenti vi sono già. L'Italia ha sviluppato un solido sistema di agevolazioni e incentivi, originariamente conosciuto come Industria 4.0. Nonostante cambiamenti di denominazione e modifiche nei meccanismi, i principi fondamentali rimangono validi. È ora urgente potenziare le misure esistenti, aumentando le aliquote dei crediti d’imposta per renderle più attrattive e far sì che costituiscano una vera spinta agli investimenti. Questo programma deve essere reso stabile per almeno tre anni per permettere alle imprese di pianificare in modo adeguato. È infine opportuno rivedere e allargare la platea degli investimenti incentivabili, tenendo conto delle rivoluzioni tecnologiche in atto, a partire dall’intelligenza artificiale.

 


OLTRE LA CONGIUNTURA
L'importanza di promuovere gli investimenti privati va oltre l’attuale congiuntura economica. La riconfigurazione dell’economia globale in corso offre opportunità straordinarie per i Paesi capaci di creare un ambiente favorevole agli investimenti e di offrire incentivi adeguati. Gli incentivi contemplati dall’Inflation Reduction Act (Ira) degli Stati Uniti stanno attirando l’attenzione dei dirigenti delle grandi aziende che ponderano le destinazioni dei loro capitali, delle loro tecnologie e quindi determinano nuove opportunità di occupazione. L’Italia, con la sua ricca tradizione manifatturiera, la sua forza lavoro qualificata e il suo tessuto imprenditoriale vivace e robusto, deve partecipare attivamente a questa competizione globale, adottando politiche chiare e risolute per attirare e agevolare gli investimenti.

 


SERVE UN PIANO
Proprio come sono stati implementati programmi per attrarre il capitale umano in seguito alla Brexit, oggi, nel contesto della crescente frammentazione economica, è cruciale sviluppare un piano convincente per attirare investimenti produttivi. Il governo sta già lavorando in questa direzione e sta allocando a questi programmi risorse all’interno del Pnrr e di RePowerEU. Se queste iniziative fossero implementate rapidamente e assumessero una dimensione importante, costituirebbero un valido antidoto al rallentamento economico nel breve termine e un potente motore di occupazione, crescita e innovazione nel medio e lungo periodo. 

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