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Contante, 10mila euro tetto massimo: la Ue dà ragione al governo italiano

Michele Zaccardi
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Ricordate le intemerate della sinistra per la proposta del governo di alzare il tetto al contante a 10mila euro, poi inserita nella legge di bilancio 2023 con una soglia di 5mila? Ve le riassumiamo. Il 27 ottobre 2022 Giuseppe Conte sfodera il sarcasmo (con tanto di rima): «Girare con valigette piene di contante non risponde alle necessità dei cittadini, ma corrisponde piuttosto alle tentazioni di corrotti ed evasori. E allora si comprende meglio il motto del governo, che non è non disturbare chi ha voglia di fare, bensì non disturbare chi ha voglia di dedicarsi al malaffare». 

Il 25 gennaio 2023 Elly Schlein risponde su Twitter a Salvini: «Noi intanto ci preoccupiamo di non far ridere le mafie. La legalizzazione della cannabis sottrae terreno alla criminalità organizzata, mentre alzare il tetto al contante e smantellare il codice appalti la agevola». Ancora, sempre il 27 ottobre 2022, Francesco Boccia, ora capogruppo del Pd al Senato, commenta così l’idea del governo Meloni: «È evidente che stai strizzando l’occhio agli evasori, al nero, al sommerso e anche alla criminalità organizzata». Lo stesso giorno, Antonio Misiani, responsabile economico del Pd nonché senatore, ribadisce il concetto: «È un vero e proprio regalo agli evasori», ed «è in totale controtendenza con quanto deciso in questi anni in Italia e in gran parte dei Paesi europei».

SOSPETTO
E insomma, a rileggere queste dichiarazioni viene quasi il sospetto che l’Europa sia un covo di pericolosi evasori. Anzi, peggio, di fiancheggiatori della criminalità organizzata. Già, perché ieri il Parlamento Ue e il Consiglio hanno raggiunto un accordo su un pacchetto di norme antiriciclaggio. E, sorpresa, hanno stabilito di fissare il tetto all’uso del contante a 10mila euro, il doppio della soglia attualmente in vigore in Italia. Pare, dunque, ma potremmo sbagliarci, che nei palazzi europei l’idea di mettere dei limiti ai pagamenti cash non susciti poi grossi entusiasmi. Insomma, che non serva più di tanto a combattere l’evasione. Anzi, che non serva affatto. Altrimenti non si spiegherebbe l’inserimento di un limite così elevato nella bozza del regolamento antiriciclaggio. Che ha appunto l’obiettivo, come si legge in una nota del Consiglio, di armonizzare «in modo esaustivo le norme in tutta l’Ue, colmando possibili scappatoie utilizzate dai criminali per riciclare proventi illeciti o finanziare attività terroristiche attraverso il sistema finanziario». Certo, gli Stati membri, spiega sempre il comunicato, potranno imporre soglie più basse, mentre le «entità obbligate (come istituti finanziari, banche e commercianti, ndr) dovranno identificare e verificare l’identità di una persona che effettua una transazione occasionale in contanti tra 3 e 10 mila euro». Ma niente di più.

 

 

I DATI
Anche perché, al momento, sono numerosi i Paesi europei dove non c’è alcun limite. E non si tratta di piccoli staterelli o pseudo paradisi fiscali. Sono infatti dodici gli Stati membri che non prevedono una soglia massima per i pagamenti tra commercianti e consumatori. E tra questi ci sono alcuni dei Paesi ritenuti più virtuosi, come la Germania, l’Olanda e l’Austria. Fuori dall’Ue, pure nel civilissimo Regno Unito non c’è nessun limite. 

 

 

Ma esiste una correlazione tra i pagamenti cash e l’evasione? Secondo l’ultimo rapporto della Commissione europea sul divario tra l’Iva effettivamente incassata e quella stimata, nel 2021 l’Italia era prima in graduatoria: 14,6 miliardi su una perdita di gettito a livello Ue pari a 61 miliardi. In rapporto al gettito potenziale, i mancati introiti sono pari al 10,8%. E la Francia, che ha un tetto al contante di 1.000 euro? Parigi si trova al secondo posto, con un’evasione di 9,5 miliardi (4,9%). In Germania, invece, dove non c’è alcun limite, l’Iva non versata è pari a 7,5 miliardi, il 2,8% del gettito potenziale. Mentre in Olanda i calcoli della Commissione danno addirittura un divario negativo: in pratica lo Stato incassa più di quanto stimato. Per fare un ultimo esempio: in Grecia la soglia al contante è bassa, 500 euro, ma non l’evasione che arriva a 3,2 miliardi, pari al 17,8% del gettito teorico. Insomma: non sembra che introdurre limiti ai pagamenti cash faccia calare il “nero”. Del resto fu lo stesso Pier Carlo Padoan nel 2015, quando era ministro dell’Economia nel governo Renzi, a spiegare che non c’è «correlazione» tra soglia del contante ed evasione. E non a caso quell’esecutivo alzò il tetto da 1.000 a 3mila euro. 

 

 

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