Open Fiber abbatte il divario digitale: Marche quarto target

venerdì 27 giugno 2025
Open Fiber abbatte il divario digitale: Marche quarto target
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Le Marche entrano di diritto nell'era della connettività ultraveloce, diventando la quarta regione italiana a vantare una copertura totale con la fibra ottica Fiber to the Home. Un traguardo importante, frutto del Piano BUL (Banda Ultra Larga), promosso dal MIMIT e gestito da Infratel Italia, con l’obiettivo di portare la banda ultra larga in oltre 6mila borghi e piccoli centri sprovvisti di connettività ultraveloce.

L’imponente infrastruttura è stata realizzata ed è gestita in concessione da Open Fiber, che si è aggiudicata i bandi pubblici indetti da Infratel e, a oggi, ha messo in vendibilità nel Paese oltre 14,5 milioni di unità immobiliari con tecnologia FTTTH, la fibra ottica fino a casa.

Open Fiber, azienda leader in Europa e primo tra gli operatori wholesale only del continente, è riuscita nella missione di connettere non solo le città, ma anche borghi e aree rurali dove la connessione veloce era finora assente, anche grazie al ruolo della Regione che con i suoi uffici ha sostenuto un intervento imponente che ha visto la posa di oltre 4.600 chilometri di fibra ottica. Numeri che parlano chiaro: i comuni coperti nelle Marche sono 217, oltre 341mila le case raggiunte dall’FTTH con il servizio di connettività attivabile da subito e 2463 le sedi della Pubblica Amministrazione, quindi scuole, ospedali, ambulatori, uffici comunali, biblioteche, stazioni di forze dell’ordine.

L’annuncio è stato fatto mercoledì in conferenza stampa ad Ancona a palazzo Raffaello, alla presenza dell’assessore alla Digitalizzazione Andrea Maria Antonini, dell’amministratore delegato di Infratel Italia Pietro Piccinetti, dell’amministratore delegato di Open Fiber Giuseppe Gola, del Responsabile Technology Centro Italia di Open Fiber Marco Pasini, della Dirigente Transizione Digitale e Informatica della Regione Marche Serena Carota.

Il perfezionamento del piano BUL, già in Molise, Friuli-Venezia Giulia e Umbria, ora nella Marche e nei prossimi mesi nel resto delle regioni italiane, garantisce grazie a Open Fiber una nuova infrastruttura che può raggiungere e superare una velocità di 10 Gigabit per secondo, abilitando servizi per imprese, cittadini e amministrazioni locali, dalla telemedicina al lavoro da remoto, dal controllo del territorio alla gestione intelligente dei servizi urbani e tanto altro. In più, la fibra ottica garantisce risparmio energetico, visto che consuma oltre il 60 per cento in meno di energia rispetto a una rete in rame, quindi sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale. L’assessore alla Digitalizzazione Andrea Maria Antonini si è detto orgoglioso che le Marche siano fra le prime regioni ad aver completato il Piano Banda Ultra Larga «garantendo l'accesso a internet veloce a tutti i Comuni in area bianca» aggiungendo che «il nostro impegno continuerà per offrire nuovi servizi innovativi resi possibili dalla nuova infrastruttura realizzata». E la Dirigente Transizione Digitale e Informatica della Regione Marche Serena Carota, nel suo intervento, ha fatto riferimento ai due principali progetti portati avanti anche grazie all’infrastruttura sottostante in fibra ottica FTTH e cioè i piani “Scuola connessa” e “Sanità connessa”.

Per Giuseppe Gola, amministratore delegato di Open Fiber, il principale operatore FTTH in Italia, «il Piano BUL è nato per offrire anche ai residenti dei piccoli comuni la stessa qualità di connessione disponibile nei grandi centri urbani. L’infrastruttura realizzata da Open Fiber rappresenta uno strumento essenziale per ridurre il divario digitale in una regione da sempre attenta al progresso tecnologico. Ora è fondamentale promuovere l’adozione della rete FTTH, per migliorare la qualità della vita, sostenere la crescita delle imprese locali e contrastare lo spopolamento delle aree interne, vero patrimonio del nostro Paese».

Gola ha sottolineato l’importanza di questo quarto traguardo del BUL, a cui seguirà a breve la chiusura del piano in Sicilia e via via entro l’anno nel resto delle regioni del Paese. Nelle Marche solo nel progetto Bul Open Fiber ha investito circa 130 milioni.

Tuttavia, dopo aver posato la rete, la sfida successiva è cruciale: incentivarne l'utilizzo. Adesso, dopo la realizzazione dell’infrastruttura - ha aggiunto l’ad di Open Fiber «bisogna puntare all’utilizzo della rete stessa, anche in una regione come le Marche dove il take up, cioè il tasso di adozione, si attesta a oggi all’8,5 per cento, e bisogna accelerare nel favorire il passaggio dei clienti dal rame alla fibra».

Oltre ai piccoli borghi e ai comuni più isolati oggetto del piano BUL, Open Fiber è presente con rete FTTH proprietaria ad Ancona, Pesaro, Macerata, Ascoli Piceno, Senigallia, Osimo, Jesi, Fabriano, Civitanova Marche e San Benedetto del Tronto, con un investimento privato di 41 milioni di euro e un totale di 136 mila case connesse. A evidenziare la virtuosa collaborazione a vari livelli istituzionali che ha reso possibile questo successo è stato Pietro Piccinetti, amministratore delegato di Infratel Italia: «Con il completamento del Piano Banda Ultra Larga nelle Marche raggiungiamo un traguardo strategico per il Paese: portare la connettività ultraveloce anche nei territori meno densamente popolati, promuovendo inclusione digitale e competitività».

L’ad di Infratel ha voluto sottolineare l’importanza, a questo punto in cui l’infrastruttura è pronta, di spingere gli utenti al suo utilizzo promuovendo l’informazione sui temi della transizione digitale.

In chiusura della conferenza stampa, è intervenuta anche la dottoressa Paola Bichisecchi, direttrice generale di Confindustria Marche, per mettere in luce come le sfide che le aziende del territorio devono affrontare per la copertura della rete e per lo sviluppo della transizione digitale siano fondamentali: «collaboriamo con l’ente regionale e con le associazioni di categoria anche per fornire una mappatura per la localizzazione di tutte le imprese, in modo che possa essere legata alla diffusione della banda ultra larga. Siamo disponibili a lavorare insieme per superare il gap del digital divide e per realizzare la piena integrazione del nostro prezioso sistema produttivo nella transizione digitale».

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