Dopo la fuga dei cervelli, ecco la fuga… dei pensionati! Sempre più italiani, infatti, scelgono di espatriare per andare a godersi la vita fuori dai confini italiani e, soprattutto, con i propri soldi in tasca. La scelta di trasferirsi è cresciuta in modo esponenziale dal 2010 al 2023. La tassazione favorevole, ovviamente, attira di più persone con redditi medio-alti e le mete predilette sono Albania e Tunisia.
Le regole: per ottenere gli sgravi fiscali è necessario cambiare residenza fiscale e passare almeno 183 giorni nel Paese di approdo; la tassazione agevolata ha durate differenti a seconda dei Paesi e a volte non è per sempre. In Grecia, ad esempio, dura “solo” 15 anni; in Portogallo, fino al 2023 la tassazione era ferma al 10%, ma dal 2024 vengono applicate aliquote dal 14,5 al 53% a seconda del reddito; In luoghi come Albania, Panama, Costa Rica ed Ecuador è in vigore, invece, un’esenzione totale sulle pensioni estere.
I pensionati italiani cercano il bel clima e la vita dolce in Paesi in cui essa stessa costa molto meno che sulle nostre coste e la qualità dei servizi riesca ad avvicinarsi a quella italiana. L’ultima relazione annuale dell’Inps certifica un aumento dei pensionati in fuga: su 228.600 pensionati italiani residenti all’estero ben 37.825 (calcolando i soli dipendenti di attività private) sono individui la cui carriera retributiva si è svolta esclusivamente in Italia, in larga parte con pensioni particolarmente ricche, che al momento del ritiro hanno deciso di trasferire la loro residenza all’estero attratti da regimi fiscali molto più accomodanti del nostro. I pensionati con un reddito lordo medio mensile superiore ai 5 mila euro presentano una propensione all’emigrazione che è più di sei volte superiore di quella registrata nelle classi di reddito più basse. Fino al 2024, i Paesi esteri più interessati dal fenomeno sono stati Spagna e Portogallo, seguiti da Svizzera, Francia e Germania.