Stop all’aumento dell’età per andare in pensione. Doveva scattare dal 2027, ma il governo ha intenzione di congelarlo con un decreto da inserire nella prossima legge di bilancio. Ad annunciarlo, dal Meeting di Rimini, è stato il sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Claudio Durigon, aggiungendo di averne già parlato con il ministro Giancarlo Giorgetti, responsabile dell’Economia, il quale avrebbe dato il suo assenso. L’occasione della riflessione svolta dal leghista Durigon è stata un’intervista rilasciata a ilsussidiario.net a Rimini.
INCENTIVI Il sottosegretario è partito dall’osservazione che «nei prossimi anni avremo sempre più lavoratori che andranno in pensione con il sistema contributivo e con assegni che saranno più bassi». Per questo, «occorre un meccanismo che incentivi l’investimento sulla futura pensione, tramite il secondo pilastro». Da qui la conferma dell’uscita anticipata a 64 anni con almeno 25 anni di contributi: «Cercheremo», ha aggiunto Durigon, «di rafforzare questo canale». E si è detto convinto che «la soglia individuata dei 64 anni possa essere giusta e adeguata rispetto all’attuale mondo del lavoro». Per quanto, poi, riguarda Opzione donna, altro meccanismo di uscita anticipata riservato alle donne, secondo il sottosegretario al Lavoro «andrebbe rafforzata perché oggi risulta una misura poco efficiente e ha avuto scarso appeal».
Giudizio opposto, invece, per quota 103: «Visto anche lo scarso utilizzo, non penso possa rappresentare una forma ottimale di flessibilità in uscita», ha aggiunto. Quindi, l’annuncio che ha movimentato la giornata politica (non solo a Rimini), ossia la disponibilità del governo a inserire nella manovra il decreto per congelare l'aumento dei requisiti pensionistici dal 2027. «Ho già parlato con il ministro Giorgetti incontrando la sua disponibilità a inserire il provvedimento all'interno della Legge di bilancio», ha detto Durigon. Per contenere i costi, si ipotizza di introdurre una “mini finestra” di uno o due mesi di attesa per ricevere il primo assegno dopo aver maturato i requisiti.
In ogni caso, si dovrà tenere conto dell’andamento del Pil: l’Italia prevede una crescita dello 0,6%, che però non tiene conto dell’impatto negativo dei dazi Usa. Durigon ha poi ribadito la proposta di una flat tax al 5% per i giovani: «Con una flat tax al 5% per cinque anni per i nuovi assunti fino a 30 anni, e per gli under 35 che tornano a risiedere in Italia, lo Stato potrebbe fare la sua parte. Occorre, però, anche un cambiamento culturale da parte di molte imprese italiane, che non devono cercare di ridurre il costo del lavoro a scapito dei giovani», ha concluso. Infine, Durigon ha parlato di un’altra proposta riguardante il Tfr: «Stiamo valutando di proporre che il Tfr fermo all’Inps, delle imprese sopra i 50 dipendenti, possa essere una rendita, per dare un ristoro e avere pensioni un po' più forti». E ha aggiunto che non si esclude di «inserire in questo contesto anche la possibilità del “long term care” (ossia una copertura assicurativa per l’assistenza a lungo termine, ndr). Sappiamo la sofferenza che c’è sulla sanità, avere anche questo sistema assicurativo potrebbe dare delle risposte importanti ai nostri pensionati».
Ma il piatto forte è stato l’annuncio del congelamento dell’aumento dei requisiti pensionistici. Idea criticata dalle opposizioni che l’ha interpretata come un «trucco elettorale». «Nessuna fregatura su aumento di tre mesi dell’età pensionabile», accusa Arturo Scotto, Pd. «Non serve un congelamento di un anno per poi scavallare le elezioni politiche. Avevano detto che avrebbero abolito la riforma Fornero, ora si limitano a qualche pannicello caldo per giustificare la permanenza della Lega al governo. Serve una legge che dia una risposta strutturale». Critico anche il M5S che in una nota parla di «un’ammissione del totale fallimento del governo sul tema».
Pensioni, Durigon: "Ho già parlato con Giorgetti", cosa cambia
"A mio avviso Opzione donna andrebbe rafforzata perché oggi risulta una misura poco efficiente e ha avuto sc...SISTEMA SOLIDO
Il presidente dell’Inps, invece, anche lui presente ieri a Rimini, ha accolto l’annuncio con neutralità: «È il legislatore che decide su questi temi, sono di sua competenza. Quindi, noi come Inps, come soggetto attuatore, ci atteniamo scrupolosamente e cercheremo di attuare le linee legislative nel miglior modo possibile», ha detto Gabriele Fava, numero uno dell’Inps nel corso di un punto stampa al Meeting di Rimini. A domanda, poi, su un eventuale impatto sull’equilibrio dei conti Inps, Fava ha assicurato che «il sistema è solido, tiene». Nel 2024, «abbiamo raggiunto 27 milioni di assicurati, dei quali 7 milioni sono under 35. Quindi, il sistema tiene, è solido ma il futuro dipende dall’occupazione: più giovani, più donne e più senior. Solo in questa maniera terremo in piedi la previdenza in Italia».