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Morsi va da AhmadinejadIsraele nella morsa

Il presidente egiziano a fine mese in Iran per la riunione dei Paesi «non allineati». Si profila una pericolosa alleanza

Matteo Legnani
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Il viaggio a Teheran di fine mese annunciato dal neopresidente egiziano Mohammed Morsi è già una notizia preoccupante, ma  non è la più grave. La vera notizia disastrosa è che quella visita si compirà in occasione del 16° vertice dei Paesi “non allineati” in cui ben 100 nazioni del mondo acclameranno il passaggio della presidenza dell'organizzazione dalla Cuba di Fidel e Raul Castro all'Iran dell'ayatollah Khamenei. Dunque, Morsi, si unirà agli altri 34 capi di Stato, ai 5 vicepresidenti e ai 27 ministri degli Esteri che acclameranno questo passaggio di testimone che concretizza la formazione di un immenso blocco filoiraniano all'interno dell'Onu forte di una maggioranza assoluta dei 191 paesi membri. Dunque lo sgretolamento di quella "trincea sunnita" composta da Egitto, Giordania e Arabia Saudita (più gli emirati del Golfo) che doveva contenere  l'aggressività nucleare iraniana, che vede ora il Cairo, testa di punta di quella rete difensiva, trasformarsi in un ambiguo interlocutore degli ayatollah. Dunque, il formalizzarsi di un grande blocco di nazioni,  pronto a farsi rappresentare nelle istanze internazionali da un Iran il cui presidente ha appena dichiarato che Israele è «un cancro che deve cessare di esistere». Leggi l'articolo integrale di Carlo Panella su Libero in edicola oggi 21 agosto

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