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La telefonata del "Ja" della Merkel a Renzi: "Via alla flessibilità e ok alla Mogherini alla politica estera Ue"

simone cerroni
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La Merkel tende la mano a Renzi pronunciando il fatidico "Ja" alle richieste del governo italiano: meno austerity, maggiore flessibilità all'interno delle regole esistenti per i bilanci, e via con il rilancio dell'occupazione, quindi prima crescita poi rigore. La cancelliera ha dato così il via libera al "metodo Renzi", ovvero al documento che consegnato al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, in vista del vertice Ue del 26 e 27 giugno, con il quale si chiede un profondo cambiamento, continuando ad insistere sulla necessità di "ripensare la strategia per rilanciare la crescita e il lavoro". Certo il fiscal compact, le "regole d'oro" per equilibrio di bilancio, non si tocca, ma se ne dovranno sfruttare tutte le flessibilità. L'ok della Merkel a Renzi - Il placet della Merkel al metodo Renzi è arrivato il 17 giugno in una telefonata che partiva da palazzo Chigi e arrivava al settimo piano della Bundeskanzler a Berlino. Pur essendo distanti, sul tavolo virtuale si sono affrontate tutte le questioni inerenti al nuovo corso dell'Ue: crescita e rigore, Fiscal compact, nomine. Hanno parlato a lungo e su quasi tutto hanno trovato un'intesa. La Merkel ha accettato la visione dell'ex sindaco di Firenze: prima la politica poi le nomine. Renzi ha detto che Jean-Claude Junker come presidente della commissione va bene, va bene anche Martin Schulz a capo del legislativo, che è uscito dalla porta ed è rientrato dalla finestra del Parlamento europeo dopo aver provato a conquistare il vertice della Commissione. Questa, però, ha fatto notare il premier è politica ormai consolidata, quindi bisogna dare segnali forti di novità, in termini di immagine e di presenza femminile, come ha fatto il suo partito per le capilista delle europee. L'ipotesi Mogherini - Come riporta La Stampa, in edicola il 24 giugno, "è a questo punto del colloquio che Matteo Renzi ha calato il nome di Federica Mogherini, il nostro ministro degli Esteri, come possibile Alto Commissario per la politica estera, caldeggiando una candidatura femminile anche per la presidenza del Consiglio europeo, visto che per la presidenza dell'Eurogruppo il Ppe e la Merkel vedono bene il ministro spagnolo dell'Economia". Renzi con il suo 40,8% alle europee fa dunque la voce grossa e viene ascoltato dai tedeschi. "Se il Consiglio europeo del 26 e 27 dovesse concludersi - conclude il retroscena del quotidiano torinese - con la formale e solenne inversione nell'ordine dei fattori,  prima la crescita e poi il rigore, e con la Mogherini responsabile della politica estera dell'Ue, a quel punto diventerebbe più plausibile lo scenario disegnato ieri dal Financial Times che individua in Angela Merkel e Matteo Renzi i due "player" della nuova Europa.  

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