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Isis, i miliziani delusi tornano a casa: "Sono andato là per combattere, invece dovevo pulire i bagni"

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michele deroma
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"Nessun combattimento, nessuna arma tra le mani, ma bagni da pulire e lavori servili": in queste parole, raccolte dal sito Linkiesta, sta tutta la delusione di Majeed, studente di ingegneria, partito dalla città indiana di Kalyan sei mesi fa, per raggiungere le fila dello Stato islamico in Iraq. Majeed è tornato a casa a fine novembre, ed è stato arrestato per cospirazione finalizzata ad atto terroristico: come ha raccontato agli agenti della National Investigation Agency (Nia), i jihadisti dell'Isis considerano tutti gli indiani troppo deboli per combattere, e quindi li relegano a incarichi meno eroici. Il racconto di Majeed - "Non c'era nemmeno una Guerra Santa, e nessuno dei precetti contenuti nel Corano veniva osservato", racconta Majeed, la cui storia è stata subito raccolta e divulgata dalle principali testate indiane. Durante la propria militanza nell'Isis, Mejeed viene anche colpito da un proiettile: "Ho dovuto supplicarli perché mi portassero all'ospedale. Mi sono curato da solo, ma la ferita stava peggiorando e non c'erano né medicamenti né cibo". La disillusione di Majeed è totale, e a questo punto il giovane chiama a casa dicendo di voler tornare: agli agenti della Nia ha raccontato di essere stato addestrato, insieme ai tre amici con cui è partito per l'Iraq. Hanno imparato a maneggiare gli AK 47 e i lanciarazzi, ma una volta arrivati sul campo, non li hanno mai usati. Altre testimonianze - "Non ne posso più. Il mio iPod non funziona qui. Devo tornare a casa", si legge in un messaggio mandato da un combattente francese in Siria ai genitori, e raccolto dal quotidiano francese Le Figaro. "Sono stufo, mi fanno fare il lavapiatti», dice un altro. "Non ho fatto altro che distribuire vestiti e cibo", racconta un terzo. "Ho pulito le armi e rimosso i corpi dei combattenti uccisi. Sta iniziando l'inverno e qui diventa dura". E c'è anche chi viene scelto per andare al fronte, ma poi si trova impaurito, perché incapace di combattere: "Mi vogliono mandare al fronte – scrive uno – ma non so come si fa a combattere". Come comportarsi? - Il problema delle diverse autorità nazionali, è come comportarsi di fronte ai pentimenti: misure troppo dure impedirebbero ai combattenti disillusi di ricostruirsi una vita normale nel Paese di origine, ma allentare le misure nei confronti di chi rientra, potrebbe aprire le nazioni al pericolo di finti pentiti pronti a diventare pericolosi uomini bomba.

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