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Yemen: durante un raid per liberarlo, muore l'ostaggio americano Luke Somers

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michele deroma
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E' morto Luke Somers, ostaggio americano in Yemen: il giornalista americano freelance, rapito nel settembre del 2013, avrebbe perso la vita nel corso di un raid condotto da unità paracadutate nell'area, in un'operazione durante la quale sarebbero stati uccisi almeno dieci miliziani. A confermare la notizia del decesso, oltre alla stampa americana, è stata la sorella dello stesso Somers, che avrebbe appreso della morte del fratello dagli agenti dell'Fbi, mentre il ministero della Difesa yemenita ha annunciato sul proprio sito web che Somers è stato liberato. I fatti - In un video diffuso in precedenza, la sorella dell'ostaggio aveva descritto Somers come una persona che "credeva sempre nella parte buona delle persone". La donna aveva concluso il filmato con una appello: "Per favore, fatelo vivere". Anche il padre dell'ostaggio, Michael, in una nota aveva definito il figlio come "un buon amico dello Yemen e del popolo yemenita", chiedendo che fosse rilasciato. Giovedì l'ammiraglio americano John Kirby, portavoce del Pentagono, aveva ammesso per la prima volta che un raid lo scorso mese aveva tentato la liberazione di Somers, ma era fallito perché l'ostaggio non si trovava sul posto. Secondo fonti ufficiali, il raid del mese scorso era avvenuto in una roccaforte di Al Qaida, nel deserto vicino al confine saudita. Otto prigionieri furono liberati, tra cui yemeniti, sauditi ed etiopi: nessuna traccia invece di Somers, di un britannico e di quattro altri, che erano stati trasferiti giorni prima.

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