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Parigi, il timore di un attacco chimico agli acquedotti: l'ultima minaccia dell'Isis

Andrea Tempestini
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Il furto all'ospedale Necekr di Parigi di tute anti-ebola e di kit anti-contagio, avvenuto lo scorso mercoledì, fa crescere la paura di un attacco chimico o batteriologico dei terroristi dell'Isis, così come paventato dal primo ministro transalpino, Manuel Valls. E dopo la notizia del furto, si è appreso che Eau de Paris, la compagnia che gestisce la distribuzione dell'acqua nella capitale, ha deciso di accrescere le misure di sicurezza nei principali siti di rifornimento idrico. La notizia è stata rilanciata da Le Parisien, secondo cui è stato blindato l'accesso a sei siti "sensibili", dentro ai quali potranno entrare solo persone selezionate, nel dettaglio otto agenti di sicurezza autorizzati dalla Difesa, che una volta all'interno dovranno essere in costante contatto col nucleo anti-terrorismo di polizia. Il timore, dunque, è che un micidiale attacco chimico a Parigi possa essere sferrato inquinando gli acquedotti della città. Infatti, ha spiegato Célia Blauel, presidente della compagnia Eau de Paris, "saranno tenuti d'occhio i serbatoi di stoccaggio dell'acqua, già protetti da sensori per la segnalazione di intrusioni". Inoltre, per prevenzione, è stato innalzato il livello di cloro nell'acqua potabile.

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