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Ammazzato l'amico dell'Occidente: Putin bombarda e scatena il caos

Andrea Tempestini
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Zahran Alloush è stato ucciso nella giornata di Natale dalle bombe russe. L'uomo era alla guida di Jaysh al-Islam (l'Esercito dell'islam), un gruppo ribelle siriano di matrice salafita che aveva partecipato, lo scorso 9 dicembre, ai colloqui di Riad sul futuro della Siria. Quando fu invitato a quel tavolo, si sollevò una feroce polemica: già, perché tra gli obiettivi del gruppo a cui era alla guida c'è quello di creare un "emirato governato dalla legge della sharia". Inoltre, Alloush ha usato parole di fuoco contro cristiani ed ebrei. L'appoggio all'Esercito dell'islam viene, ovviamente, dall'Arabia Saudita, paese doppiogiochista per definizione: alleata dell'Occidente ma fiancheggiatrice dei gruppi jihadisti. La storia - Zaharan era nato nel 1971 a Damasco ed era sposato con tre donne. Suo padre, che vive in Arabia Saudita, è uno dei principali leader salafiti siriani. Leader colto e carismatico, Zahran aveva conseguito un master, specializzandosi sulla sharia. Fu arrestato nel 2009 dal governo siriano ed è stato rilasciato nel 2011. Fu proprio quell'anno che in Siria scoppiarono le rivolte che portarono alla guerra civile: in questo contesto, Zahfran fondò l'Esercito dell'islam, con l'obiettivo principale di abbattere il regime di Basha Al Assad. Il suo gruppo, ora, di fatto gesticsce la zona di Ghouta orientale, alla periferia di Damasco. Prima di fondare l'Esercito dell'Islam, Alloush insieme al parde Abdallah aveva fondato Liwa al-Islam (la Brigata dell'islam). Scudi umani - Il gruppo guidato da Alloush si è distinto anche per atti orribili. Uno, lo scorso mese: i suoi uomini esposero in pubblica piazza alcuni prigionieri, chiusi dentro a delle gabbie. I prigionieri furono utilizzati come scudi umani contro i bombardamenti siriani. E ancora, nel 2013 elogiò bin Laden e chiamò gli esponenti del gruppo qaedista Al Nusra "fratelli che combattono la stessa battaglia". Tensione alle stelle - Sulla morte di Alloush, ora, circolano anche strane voci. Secondo quanto riferiscono i ribelli, è stato ucciso mentre stava tenendo una riunione con altri leader ribelli nella zona di Marj a Ghouta, zona che è stata oggetto di un assalto delle forze siriane nelle ultime settimane. La morte di Zahran Alloush, riferiscono le fonti, rappresenta un duro colpo per il controllo dei ribelli dell'area suburbana orientale di Damasco. Gli esperti della difesa sostengono che lo scompiglio tra le forze ribelli potrebbe inoltre consolidare il controllo del presidente siriano Bashar Assad sul resto dell'area. Forse, come ipotizza il Corriere della Sera, l'uccisione di Alloush potrebbe "essere stata favorita da un tradimento. Dunque qualcuno potrebbe aver passato le coordinate ai russi". Un'ipotesi da non sottovalutare. Di sicuro, la sua morte, rende ancor più delicata la situazione tra Russia e Occidente: oggi, Assad, ha un nemico in meno. Lo stesso Assad al quale l'Occidente fa la guerra e che, invece, la Russia difende.

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