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Corea del Nord, cittadino Usa condannato a 15 anni di lavori forzati

Kenneth Bae

La vicenda di Kenneth Bae. L'accusa: "Crimini contro il regime". Washington: "Liberatelo"

Andrea Tempestini
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  Un altro episodio destinato a far salire la tensione tra Stati Uniti e Corea del Nord, già alle stelle dopo le minacce di guerra nucleare mosse da Pyongyang nelle ultime settimane. La Suprema Corte dello stato asiatico ha infatti condannato un cittadino statunitense, Kenneth Bae, a 15 anni di lavori forzati per aver commesso crimini contro il Paese. La notizia è stata rilanciata dall'agenzia locale Kcna. L'uomo, 44 anni, nato in Corea del Sud, è diventato cittadino statunitense. Sempre l'agenzia ha comunicato che il processo all'uomo si è tenuto il 30 aprile, ma non ha specificato quali siano le accuse contro di lui. Guarda il video su LiberoTv La vicenda - Kenneth Bae era stato arrestato lo scorso 3 novembre nella città portuale di Rason, nel nord-est del paese, mentre guidava un gruppo di turisti. L'uomo è il responsabile di un tour-operator. Secondo quanto si è appreso, un turista da lui accompagnato sarebbe stato trovato in possesso di file di computer con dati sensibili. La Kcna sabato aveva comunicato che l'uomo ha "commesso il delitto di aver avuto un atteggiamento animoso contro la Repubblica popolare democratica della Corea, e di aver tentato di rovesciare il regime". Sempre secondo l'agenzia, le accuse sarebbero state confermate da prove.  Gli Usa: "Liberatelo" - Washington, intanto, ha chiesto nuovamente l'immediata liberazione dell'uomo: la prma richiesta del Dipartimento di Stato americano era arrivata lo scorso 30 aprile, quando il portavoce Patrick Ventrell aveva fatto sapere che gli Stati Uniti stavano operando in "stretto coordinamento con l'ambasciata svedese a Pyongyang per riportare in libertà Bae". La vicenda dell'uomo ha un precedente analogo, quando nel 2009 due cittadini americani, giornalisti, erano stati condannati a 12 anni di lavori forzati, ma furono poi rilasciati.    

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