Cerca
Logo
Cerca
+

Siria, una guerra da matti: Obama bombarderà col soldatino Hollande

Rottura storica: si sfila l'Inghilterra. Gli Usa tirano dritto: "Ci sono le prove, 1.429 civili uccisi col gas, li puniremo". Francia solo alleato

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

"Chiederò al Congresso l'autorizzazione per attaccare"; ha detto Obama nel suo discorso di questa sera, sabato 31 agosto.   «Nessuno è più stanco delle guerre di me. Ma abbiamo il dovere di rispettare le norme internazionali». Così Barack Obama ha annunciato l'intenzione degli Usa di procedere contro Bashar Assad. Deplorando l'impotenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ha detto che avrebbe preferito che fosse stata la comunità internazionale a prendersi la responsabilità. Ma se così non è, «fa parte dei nostri obblighi come Stati Uniti, come Paese leader nel mondo, assicurarsi che quando un governo usa armi proibite poi è chiamato a risponderne». «Il mondo non può accettare», infatti, che «donne e bambini» inermi siano «asfissiati con gas tossici». «Sappiamo che il governo siriano ha ucciso almeno 1.429 civili, tra cui almeno 426 bimbi, con armi chimiche”» aveva poco prima spiegato il segretario di Stato Usa John Kerry, preannunciando l'intenzione degli Stati Uniti di agire contro un regime «criminale» e «assassino». Obama, il presidente che non sa fare il leader Leggi "Diari d'America", il blog di Glauco Maggi    In precedenza la Camera dei Comuni aveva negato al governo Cameron un'autorizzazione preliminare all'intervento prima del voto del Consiglio di Sicurezza:  285 voti contro, 262 a favore. E il governo Cameron aveva allora fatto un passo indietro: «Penso che il pubblico americano e il presidente Obama capiranno la necessità di ascoltare il desiderio del popolo». Ma Obama aveva già fatto intendere che, sia pure con più gradualità rispetto a quanto preannunciato dalla stampa, sarebbe andato avanti lo stesso, anche senza Londra. E comunque non è solo, vista la volontà della Francia di venirgli dietro. Anzi, Hollande non esclude un intervento in Siria anche prima di mercoledì: il giorno in cui è fissata la convocazione straordinaria del Parlamento francese. «Il no della Gran Bretagna non cambia la posizione della Francia», ha detto.    Nella mattinata di ieri l'Egitto ha reso noto che una nave lanciamissili statunitense, con quattro elicotteri ed equipaggiamenti per sottomarini, aveva attraversato il Canale di Suez, diretta verso le coste siriane. Si tratta della Uss Stout, cacciatorpediniere della classe Arleigh Burke armato con un massimo di 96 missili da crociera Tomahawk, che viene a affiancarsi alle quattro unità gemelle Uss Mahan, Uss Barry, Uss Gravely e Uss Ramage, tutte appartenenti alla VI flotta e tutte dotate di quel super radar Aegis, che è in grado non solo di individuare e intercettare contemporaneamente fino a un centinaio di obiettivi, ma anche di coordinare il fuoco delle armi di bordo. D'altra parte, malgrado i dubbi dei Comuni, Londra ha mandato lo stesso sei caccia della Raf nella base cipriota di Akrotiri «per ogni evenienza».  Kerry ha chiarito che gli Usa agiranno secondo i propri tempi, e in corrispondenza ai propri interessi. Ma ha insistito che «Assad ha cercato più volte di distruggere le prove dell'uso di armi chimiche», e che «l'Iran potrebbe imbaldanzirsi a procurarsi armi nucleari se non interveniamo per fermare Damasco». Dunque, si agirà, anche se il segretario di Stato ha promesso che per evitare un nuovo Iraq «non ci saranno truppe sul terreno», e «sarà un intervento limitato nel tempo». Concetto poi ribadito da Obama. Con Stati Uniti e Francia all'operazione dovrebbero partecipare, sempre secondo Kerry, anche l'Australia e Paesi della Lega Araba. L'Iraq è un termine di paragone negativo anche per quanto riguarda le prove sulle armi di distruzione di massa, e d'altronde gli ispettori dell'Onu non hanno ancora riferito ufficialmente. Hanno certo anticipato di aver raccolto «prove considerevoli», ma il loro mandato non era neanche quello di verificare chi avesse fatto uso di gas, ma solo se fossero stati usati. «Il rapporto dell'Onu stabilirà se armi chimiche sono state usate il 21 agosto, non da chi», ha ribadito il portavoce dell'Onu Martin Nezirsky, sottolineando che gli ispettori torneranno a Damasco, «ma non si può dire quando». «Il lavoro dell'intelligence è stato molto più accurato che in passato, come in Iraq. Non si ripeterà quella esperienza», ha dunque garantito Kerry. E «un alto esponente del regime siriano ha confermato che armi chimiche sono state usate dal regime di Damasco», facendo riferimento alla oramai famosa intercettazione telefonica.  Poco prima dell'intervento di Kerry, una curiosa “risposta” anticipata era venuta via Facebook da Hafez Assad, figlio del dittatore appena undicenne: «Voglio così tanto che attacchino perché così faranno il più grosso errore: cominciare qualcosa che non sanno come andrà a finire. Nessuno ha soldati come i nostri. L'America non ha soldati, ha solo codardi con nuove tecnologie». Ma poi il post è stato cancellato.  di Maurizio Stefanini

Dai blog