Cerca
Cerca
+

Giorgio Napolitano, il vergognoso silenzio dopo l'arresto di Nicolas Sarkozy: cosa tace sugli attacchi in Libia

Giovanni Ruggiero
  • a
  • a
  • a

Nessuna dichiarazione è ancora arrivata dall'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo l'arresto di Nicolas Sarkozy. Eppure una parola di chiarimento, magari un mea culpa, sarebbe stato più che gradito, considerando i legami strettissimi che l'ex Capo dello Stato ha avuto con l'omologo francese durante la guerra in Libia del 2011, oltre alle responsabilità politiche e storiche dietro il coinvolgimento dell'Italia in quel tragico conflitto. I fatti sono ormai pezzi di Storia nota, riportati nei dettagli sia nella biografia di Silvio Berlusconi scritta da Alan Friedman che dal racconto al Giornale dell'ex presidente del Senato, Renato Schifani. La pressione da parte di Napolitano sul premier dell'epoca, appunto Berlusconi, perché l'Italia concedesse il suo sostegno per abbattere il regime di Gheddaffi era diventata enorme. A marzo 2011, aveva raccontato Schifani, Napolitano convocò un vertice durante l'intervallo del Nabucco all'Opera di Roma: "L'Italia - disse davanti a Schifani, Gianni Letta e Berlusconi - non può restare fuori". Leggi anche: Re Giorgio si mette a dare lezioni: cosa si è ridotto a dire a Mattarella Eppure non è ancora troppo tardi per le scuse. Ci sono riusciti a distanza di anni anche l'ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, coinvolto in quella guerra sotto l'egida della Nato. Proprio l'ex presidente aveva rimarcato come Sarkozy "voleva vantarsi di tutti gli aerei abbattuti, nonostante il fatto che avessimo distrutto noi tutte le difese aree". L'Italia con la Libia aveva firmato un trattato amicizia, abbattuto Gheddaffi l'immigrazione clandestina ha raggiunto i livelli di emergenza che oggi tutti conosciamo.

Dai blog