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George Soros, il re dei migranti e il clamoroso siluro di Marco Travaglio: "Come ha fatto i soldi veramente"

Giulio Bucchi
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Lo "speculatore" filantropo George Soros è il nemico pubblico mondiale per chi si batte contro le migrazioni forzate e l'accoglienza fasulla. Ma da oggi, forse, anche il Fatto quotidiano filo-grillino, decisamente morbido sul tema degli immigrati, ha cambiato idea. Il giornale diretto da Marco Travaglio dedica al miliardario ungherese-apolide una pagina non proprio tenera, in cui scava sull'origine delle fortune con cui, oggi, il tycoon finanzia attraverso la sua fondazione Open Society le Ong e i politici e i partiti progressisti di mezzo mondo. Leggi anche: "Ero premier, mi chiamò Soros e...". Monti confessa: allora ha ragione Salvini "Ai complottisti - si legge - non si può dire non abbia offerto il fianco lui stesso attraverso memorabili operazioni speculative che hanno destabilizzato l'economia nazionale di almeno tre Paesi". Dopo aver fatto fortuna giovanissimo a Wall Street tra anni '50 e '60, Soros ha letteralmente fatto il botto sul finire del secolo scorso, anche a spese dell'Italia. "Nel settembre 1992 scommette con successo sul crollo sia della sterlina britannica sia della lira italiana - entrambe costrette a uscire dal Sistema monetario europeo (Sme) - guadagnando oltre un miliardo di dollari. Cinque anni dopo, ripete l'operazione con il bath thailandese, la cui caduta rischia di far collassare le economie asiatiche". Insomma, l'uomo che vuole salvare i migranti lo fa grazie ai soldi di operazioni finanziarie "definite da più parti immorali". Un ravvedimento o semplicemente un nuovo, lucroso business?

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