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Immigrati, l'idea del governo danese: tutti i delinquenti confinati su un'isola deserta

Cristina Agostini
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Soprattutto in periodo di mercatini di Natale le popolazioni del nord Europa amano l' ordine. Ogni finestra ha la sua luce, la sua decorazione, nessuna tapparella ma la sua tendina. Non è gente incline ad ospitare migranti in eccesso. Forse a integrarli, a farne cittadini modello con efficienti scuole per la lingua e uffici di inserimento al lavoro, ma se non ci sono i posti iniziano i problemi. Così dal 2021 la nuova coalizione di governo di centrodestra danese pensa di trasferire sull'isola di Lindholm tutti i migranti respinti, condannati all' espulsione, senza diritto d' asilo, oltre a quelli accusati di un reato. Dal 1926 ospitava l' Istituto veterinario di ricerca sui virus e ora potrebbe sorgervi un centro per 125 persone sottoposto alla sorveglianza permanente delle forze di polizia. «Una nave consentirà loro di fare avanti indietro dall' isola, ma non sarà sempre in servizio così i delinquenti saranno costretti a rimanere nel centro di notte e potremmo sorvegliarli meglio», spiega il ministro delle Finanze danese Kristian Jensen. Leggi anche: Migranti, il Papa scrive a don Biancalani: "Avanti così". Francesco, sfida a Salvini? Già dal 2016 i migranti respinti e quelli dalla situazione giudiziaria compromessa vengono trasferiti da Copenaghen al centro di Kærshovedgard nello Jutland, dove i residenti si lamentano per la crescente insicurezza. Il provvedimento fa parte dell' accordo di bilancio tra l' esecutivo conservatore-liberale e il suo alleato parlamentare, il Partito popolare danese, una formazione populista dalle chiare posizioni su immigrazione e moneta unica. CENTRODESTRA - Il Partito conservatore, quello del primo ministro Lars Lokke Rasmussen, ha inserito questa norma nella manovra in cambio dei voti dell' estrema destra sul resto della legge. L' obiettivo è quello di un' ulteriore stretta sulla politica dell' accoglienza, già molto restrittiva, in vista delle elezioni legislative in agenda per giugno 2019. I popolari hanno rivendicato la paternità dell' iniziativa e l' hanno festeggiata facendo sapere che «quegli stranieri non hanno alcun motivo di restare in Danimarca. Prima di rimandarli nei loro paesi di origine, li sposteremo sull' isola di Lindholm». Nel video che il partito ha pubblicato su Twitter si vede un uomo con la pelle scura e un abbigliamento islamico e si sentono solo gli stridii dei gabbiani. CONTRO IL BURQA - Da quando Rasmussen è diventato premier nel 2015, la Danimarca ha approvato diverse leggi per scoraggiare i migranti. Due anni fa ha introdotto, per esempio, un test più difficile per ottenere la cittadinanza tanto che non lo hanno superato i due terzi di quelli che l' hanno tentato nel primo mese. Poi è stata approvata una legge contro il burqa, mentre un' altra prevede la possibilità di confiscare beni ai migranti. Lo scorso marzo invece il governo ha proposto di introdurre un "pacchetto ghetto" per regolamentare 25 zone della Danimarca ad alta densità islamica con l' obiettivo di integrarli. Un mese fa, infine, Rasmussen ha rivelato di non essere in grado di ospitare tutti i migranti presenti sul suo territorio: «Non è facile chiedere alle famiglie di tornare a casa, se si sono effettivamente stabilite. Ma è la cosa moralmente giusta da fare». L' accordo sull' isola di Lindholm è ora un nuovo passo per promuovere la linea ormai chiara del governo: demotivare le persone ad arrivare e spingere i richiedenti asilo ad andarsene anzitempo. Sul fatto che il programma di ricollocamento dei migranti sull' isola possa poi iniziare davvero c' è molto scetticismo. Anche in Danimarca la politica fa programmi roboanti non sempre facili da realizzare. In questo caso a complicare la fattibilità dell' iniziativa sono la situazione e la lontananza dell' isola. Non a caso si partirebbe dal 2021. Il condizionale è d' obbligo secondo l' ex ministro per l' integrazione, la liberale Birthe Ronn Hornbech, che calcola come i costi per collegare l' isola costantemente alla terraferma e quelli per gestire i rischi di contaminazioni (visto l' uso attuale di Lindholm) rendano il progetto molto difficile da realizzare. di Francesco Rigatelli

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