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Jean-Claude Juncker si gioca la carta del terrore: "Senza Europa più morti e cimiteri"

Davide Locano
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Per difendere l'Europa, mai sotto attacco come oggi quantomeno da un punto di vista politico, Jean-Claude Juncker si gioca la carta dei morti. Lo fa in un'intervista fiume pubblicata su Repubblica, in cui il presidente della Commissione difende a spada tratta le istituzioni continentali che lui, presidente della Commissione Europea, rappresenta ai massimi livelli. Tra un attacco ai "populismo" e l'apertura a un secondo referendum del Regno Unito sulla Brexit, quando gli chiedono se il suo "grande amore" per l'Europa ogni tanto lo faccia disperare, Juncker risponde: "Non c'è motivo di disperarsi per l'Europa. Di dubitarne però sì. Io sono certo che l'Ue abbia un futuro - sottolinea -. Basta far visita a un cimitero militare per rendersi conto di qual è l'alternativa all'unificazione europea. Quello che mi fa rabbia è che i processi decisionali nell'Ue a volte si protraggono troppo. E mi preoccupa un'altra cosa: in passato ho sempre avuto la sensazione che il continente vivesse un inesorabile processo di integrazione. Negli ultimi dieci anni invece ho sempre più l'impressione che in Europa le persone si allontanino. Dobbiamo fare attenzione che questi fossati non diventino troppo profondi". Resta quel passaggio sulle visite ai cimiteri militari. La Ue, dunque, come garante contro nuove guerre: per gli anni passati, ci sta. Ma ipotizzare che, per il futuro, l'alternativa all'Europa siano morte e nuovi cimiteri, francamente, appare un poco azzardato. Leggi anche: Juncker, il look improbabile: ma come si è ridotto?

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