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Libia, il premier al Sarraj minaccia: "Liberi tutti gli immigrati dopo il bombardamento"

Caterina Spinelli
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Il premier libico Fayez al Sarraj - dopo il raid aereo che ieri, mercoledì 3 luglio, ha colpito un centro di detenzione per migranti illegali vicino Tripoli - ha deciso di considerare il rilascio di tutti gli ospiti di questi centri. "La loro sicurezza non può essere garantita" gli ha fatto eco il ministro dell'Interno Fathi Bashagha. L'attacco, attribuito alle forze del generale Haftar, ha causato almeno 40 morti e oltre 80 feriti. "Nonostante gli appelli della comunità internazionale in Libia le parti avversarie non stanno dimostrando la disponibilità a fermare lo scontro militare e a sedersi al tavolo dei negoziati: crediamo che in questa situazione la priorità sia fermare lo spargimento di sangue, che potrebbe portare a una guerra civile di larga scala" ha invece riferito il ministro degli Esteri russo Maria Zakharova, nel corso del briefing con la stampa. Leggi anche: Libia, strage migranti: oltre 40 morti La Zakharova ha poi continuato: "Ribadiamo la nostra posizione a favore della soluzione pacifica della crisi libica. Sfortunatamente, la faida e il vuoto di potere in Libia stanno creando un ambiente favorevole per l'attività di vari gruppi terroristici, dato che le loro attività criminali sono diventate più frequenti. Queste attività possono essere sconfitte solo con sforzi coordinati di tutte le forze patriottiche nazionali, sia nella parte occidentale che in quella orientale del paese". La posizione di Mosca è quella di istituire un regime di cessate il fuoco. "Chiediamo alle forze politico-militari della Libia d'iniziare il dialogo e prendere misure per ripristinare un processo politico inclusivo con lo scopo finale di superare la divisione del paese e formare istituzioni statali efficaci e uniformi", ha poi concluso. 

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