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Malta, il patto "non è vincolante": Emmanuel Macron ha fregato Giuseppe Conte?

Caterina Spinelli
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Il giorno dopo l'accordo di Malta sull'immigrazione i sentimenti che attraversano i Paesi Ue non sono quelli sperati. Il rischio è che l'intesa tra Francia, Germania, Italia e Malta riceva un "no", o ancor peggio (per il nostro Paese) venga annacquata - al tavolo dei ministri dell'Interno dei Ventotto il prossimo 8 ottobre a Lussemburgo - è altissimo. D'altronde si tratta di un "mero accordo politico basato sulla volontarietà". Dunque, come sottolinea La Stampa, non è giuridicamente vincolante: di certo a differenza di quanto predicava Giuseppe Conte, non potrà essere sanzionato chi si chiama fuori, ma soprattutto un Paese inizialmente firmatario, potrebbe benissimo uscirne quando vuole per ragioni interne. Leggi anche: Otto e Mezzo, Giuli difende Salvini: "I dati del Viminale sono la prova" Un testo, per chi l'ha visto, "estremamente ambizioso, ma scarso di dettagli". Il che significa che i possibili emendamenti che verranno decisi al vertice in Lussemburgo potrebbero essere "al ribasso". Questo, secondo una fonte diplomatica, sarebbe l'obiettivo della Francia, che spera di ottenere una proposta più leggera in cambio di un numero più alto di paesi pronti a sostenerla. Del resto si sa che Macron non riesce a fare andare giù gli sbarchi a molti membri dell'Ue (ad esempio l'Ungheria). E proprio per questo il presidente avrebbe voluto sottolineare che "ci sarà una netta distinzione" tra richiedenti asilo e migranti economici (che non verranno redistribuiti). Insomma, sembra che a esultare per il patto ci sia solamente il governo giallo-rosso. Esecutivo che non gode di grandi consensi e che deve fare i conti con una realtà, quella precedente con Salvini, che è riuscita a far calare nettamente il numero di arrivi. 

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