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Macron, sotto scorta la liceale che ha insultato l'Islam: la vergogna buonista

Marco Rossi
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Da quando ha criticato l' islam, in un live su Instagram, dicendo che nel Corano «c' è solo odio», Mila, 16 anni, è vittima di minacce di morte e di stupro, vive barricata in casa protetta dalla gendarmeria e non può più andare al liceo perché il pericolo di aggressioni è troppo alto: i suoi compagni musulmani vogliono «linciarla» e «punirla» poiché si è permessa di attaccare la loro «comunità». Non siamo in Arabia Saudita, ma a Villefontaine, nel dipartimento dell' Isère, in Francia, in quel Paese che si vanta dinanzi al mondo della sua laïcité, ma abbandona una ragazza alla violenza inaudita di chi non tollera che la religione maomettana sia oggetto di critiche. «Sporca baldracca» e «sporca lesbica» hanno scritto a Mila sul suo profilo social, dove mostrava con fierezza, prima di essere obbligata a chiudere ogni account pubblico, la bandiera Lgbt. «Nel Corano c' è solo odio. Ho detto quello che penso, non me ne farete pentire», ha detto la ragazza nel live postato su Instagram lo scorso 19 gennaio. Da quel giorno, è iniziato un incubo che non è ancora finito e chissà quando finirà per questa liceale. Hanno minacciato di «sgozzarla», di venirla a cercare per «strapparle tutti gli organi e farglieli mangiare», perché si è permessa di criticare il «nostro dio Allah, l' unico e il solo». Dopo l' esplosione del caso, il liceo di Villefontaine, dove ora non potrà più tornare perché i suoi compagni musulmani vogliono fargliela pagare, è stato costretto a chiamare la polizia per "esfiltrarla" e portarla a casa, dove tutt' ora è trincerata per paura di essere aggredita. «L' obiettivo è riscolarizzarla in maniera pacifica affinché possa tornare ad avere una vita normale», ha dichiarato ieri il ministro dell' Istruzione Jean-Michel Blanquer, l' unico del governo, assieme alla collega alle Pari opportunità, Marlène Schiappa, ad aver manifestato solidarietà nei confronti di Mila. La procura locale, subito dopo il video, aveva addirittura aperto un' inchiesta contro la sedicenne per «incitamento all' odio», prima di archiviarla. Ma il peggio l' hanno dato le femministe, a partire da colei che si erge a portavoce del femminismo francese in politica: Ségolène Royal. L' ex candidata alle presidenziali del Partito socialista, appena rimossa dal ruolo di ambasciatrice per i Poli, ha attaccato Mila dicendo che è «un' adolescente irrispettosa», dandola in pasto all' odio dei propagatori dell' islam politico, che da due settimane continuano a minacciarla. «Chi semina vento, raccoglie tempesta», ha commentato Abdallah Zekri, delegato generale del Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), dicendo che in fondo se l' è cercata facendo quel video. Nessun rappresentante del culto islamico in Francia ha difeso Mina dalle minacce di morte ricevute, e accanto a questo silenzio rimbomba quello dei progressisti. Abitualmente rumorosi, quando di mezzo c' è la religione cattolica, sembrano essere spariti dalla Francia. Uno dei pochi che si è fatto sentire, ha chiesto a Mila di «rimuovere la bandiera Lgbt» dalla biografia, perché non ha «la mentalità aperta per far parte di una comunità che sostiene l' amore e l' accettazione». Cronache da un Paese che ha dimenticato Voltaire e si è sottomesso ad Allah. di Mauro Zanon

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