Dopo aver resistito per settimane alle pressioni di Baghdad, ma anche di esponenti della sua amministrazione, Barack Obama ha inviato di nuovo i caccia Usa nei cieli iracheni, diventando così "il quarto presidente americano di fila a ordinare un’azione militare in quello che è diventato il cimitero delle ambizioni americane". Così il New York Times commenta la decisione, annunciata la scorsa notte dal presidente dopo una giornata di discussioni frenetiche, di autorizzare raid aerei contro i militanti dell’Isil nel nord dell’Iraq, iniziati oggi dopo che ieri era stato avviato il lancio di aiuti umanitari alle migliaia di iracheni in fuga. La promessa mancata - Un’azione che Obama ha intrapreso con una grande riluttanza, dalmomento che si ritrova - sei anni dopo essere arrivato alla Casa Bianca anche grazie alla promessa di chiudere la guerra sbagliatà di George Bush - esattamente "dove non voleva essere", cioè "nel vortice dell’Iraq". E nel discorso di ieri notte il presidente non ha mancato di sottolineare la difficoltà della sua posizione: "Mi sono candidato a questa carica in parte per mettere fine alla guerra in Iraq e far tornare le truppe a casa, ed è quello che ho fatto. Come comandante in capo, non permetterò che gli Stati Uniti vengano trascinati in un’altra guerra in Iraq". Aiuti umanitari - Ma, a parte le rassicurazioni fatte da Obama un pò al popolo americano e un pò a se stesso, le due missioni comprese dall’operazione militare sono in effetti più complicate di quanto possano sembrare. La prima missione, quella degli aiuti umanitari, è partita già prima del discorso di Obama, quando il Pentagono ha inviato un C-17 e due C-130, scortati da due caccia F/A-18, per lanciare 20mila litri d’acqua ed 8mila pasti ai 40mila iracheni appartenenti alla minoranza degli yazidi rifugiati sul monte Sinjar. I tre aerei cargo hanno sganciato 72 pacchi, sorvolando a bassa quota l’area per meno di 15 minuti, terminando la missione prima che Obama iniziasse il suo discorso alle 21,30, ora di Washington.Nel suo discorso Obama ha spiegato che i raid potranno avere un duplice obiettivo: "rompere l’assedio" dei militanti sunniti agli yazidi o, se "sarà necessario", fermare l’avanzata dell’Isil verso Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, dove si trova il consolato Usa.
