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Coronavirus, i rapporti di intelligence che anticipavano la pandemia globale: gli Stati Uniti sapevano ma non hanno agito

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Il mondo intero è alle prese con l’epidemia da coronavirus e ogni giorno aumenta sempre di più la consapevolezza che l’emergenza sanitaria si aggrava perché non è stato fatto abbastanza per prevenirla. Anzi, forse non è stato fatto proprio nulla. Il Washington Post ha citato fonti a conoscenza dei rapporti di intelligence secondo lui le agenzie americane avevano fornito tra gennaio e febbraio una serie di rapporti sulla minaccia del coronavirus. Il pericolo della pandemia globale era già stato fiutato, ma il presidente Donald Trump e il Congresso hanno sottovalutato la minaccia e non hanno preso decisioni che avrebbero potuto rallentare la diffusione del patogeno.

Un errore comune un po’ a tutto il mondo, a partire dall’Italia e dall’Europa intera. I rapporti di intelligence non facevano previsioni sul se e quando il virus sarebbe arrivato negli Stati Uniti, né fornivano suggerimenti alle autorità sanitarie: semplicemente davano conto della diffusione del Covid-19 in Cina e in altri paesi e lanciavano l’allarme sul fatto che le autorità cinesi minimizzavano un evento epidemico che sembrava molto grave. Insomma, i rapporti e gli avvertimenti delle agenzie Usa dipingevano un quadro che indicava il rischio concreto di una pandemia globale, che è poi effettivamente avvenuta, anche in proporzioni maggiori rispetto alle previsioni iniziali. 

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