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Coronavirus, l'ambasciatore russo Sergey Razov: "Il mondo cambierà. L'aiuto all'Italia? E' stato Putin a volerlo"

 Sergey Razov

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La Russia è sbarcata in Italia con 122 specialisti e tonnellate di materiale contro il coronavirus. "La sera del 21 marzo su iniziativa della Russia si è svolto un colloquio telefonico tra il presidente Putin e il presidente del Consiglio Conte. In risposta all'appello della parte italiana, il presidente Putin ha confermato la disponibilità della Federazione a fornire immediatamente tutto l' aiuto necessario al governo e al popolo italiano", spiega in una intervista a Il Giornale l'ambasciatore Sergey Razov. Gli specialisti sono stati inviati a Bergamo dove "lavoreranno fianco a fianco dei colleghi italiani".

Un gesto di "solidarietà" e di "amore" per il nostro Paese. In Russia il virus si è scarsamente diffuso ma "non c'è nessun mistero. L'infezione da Covid-19 è arrivata in Russia più tardi che in Europa. Grazie alle misure prese in anticipo noi riusciamo a contrastare la diffusione della malattia". Soprattutto la Russia è intervenuta per tempo: "Una serie di misure è stata messa in atto dal dicembre 2019 in conformità al Piano nazionale di prevenzione all'introduzione e alla diffusione della nuova infezione da Coronavirus dal momento in cui si è avuta la notizia dei primi casi di un'infezione, allora non ancora conosciuta, a Wuhan, in Cina", continua Razov. Nell' aeroporto di Sheremetyevo a Mosca, "l'unico che accoglie voli da Paesi con una pesante situazione epidemiologica, è stato costituito un Terminal speciale. I passeggeri vengono visitati, intervistati e rinviati a osservazione medica presso il proprio domicilio. Tutti i passeggeri, provenienti da tali paesi, che non presentano sintomi, vengono messi in quarantena presso il proprio domicilio per 14 giorni. A oggi in Russia si sono registrati 658 casi e ieri, purtroppo, abbiamo avuto le prime due vittime. Ieri in tv Putin ha parlato di misure supplementari per bloccare la malattia".

Sicuramente il coronavirus "ha cambiato radicalmente alcuni aspetti della nostra vita. Purtroppo è necessario chiudere le frontiere e limitare gli spostamenti tra Paesi. Misure indispensabili intraprese tra gli altri dal governo russo. Un terremoto di queste proporzioni modificherà anche le carte della geopolitica". In Medioriente "bisogna immediatamente porre fine alla violenza, introdurre il regime del cessate il fuoco, fare una pausa umanitaria. In caso contrario, si rischia una catastrofe umanitaria di dimensioni mondiali. Preoccupano particolarmente per ragioni ben chiare la Siria, la Libia, lo Yemen, l'Afghanistan e l'Irak".

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