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Recovery Fund, i frugali Austria, Olanda e Finlandia contro l'accordo: "Proposta inaccettabile", Italia nei guai

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Trattativa sul Recovery Fund congelata, almeno fino a metà luglio. Al Consiglio europeo i segnali che arrivano dai "paesi frugali" lasciano intendere che il negoziato sarà lungo e tutt'altro che scontato. Una situazione in cui a rischiare di più saranno Italia e Spagna, i Paesi che più di tutti nell'Unione hanno bisogno di corposi contributi a fondo perduto (il Recovery Fund, appunto) e non del prestito del Mes. Si comincia nel pomeriggio con Sebastian Kurz, cancelliere austriaco: "Abbiamo discusso per la prima volta di NextGenerationEU e il nuovo MFF. Siamo pronti ad aiutare i paesi più colpiti dal COVID19, ma l'assistenza deve essere ben mirata e chiaramente limitata nel tempo". In altre parole, il Recovery Fund "deve essere saldamente ancorato al processo di riforme e sostenere le transizioni verde e digitale. Continueremo a coordinare da vicino la nostra posizione con Danimarca, Svezia, Olanda".

 

 

 

Più tardi è la Finlandia a piazzare un bel macigno sulla strada dell'accordo: "Non possiamo accettare la proposta della Commissione così com'è", scrive sui social la premier Sanna Marin, sottolineando come siano necessari "cambiamenti" in vari punti. "Oggi è stata la prima occasione per parlare della proposta messa sul piatto dalla Commissione - ha riassunto diplomaticamente il belga Charles Michel, presidente del Consiglio -. Sono emerse delle convergenze ma allo stesso tempo ci sono visioni diverse su alcuni argomenti, per questo è necessario continuare il confronto". 

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