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Kim Jong-un, omicidio troppo brutale anche per il dittatore: "Chiedo scusa alla Corea del Sud", l'esecuzione che sconvolge il mondo

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Un'esecuzione così brutale da spingere il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un, a scusarsi pubblicamente con la Corea del Sud. Stiamo parlando dell'omicidio di un funzionario sudcoreano, 47 anni, sparato dalle forze dell'ordine nordcoreane e poi bruciato, come misura preventiva contro la diffusione del coronavirus. L'episodio sarebbe avvenuto tra il 21 e il 22 settembre. Secondo la Corea del Nord, l’uomo "non identificato" si trovava in acque nordcoreane senza autorizzazione e non aveva risposto in maniera adeguata alle domande dei soldati, che lo avevano interrogato mentre si trovava in mare "su del materiale galleggiante", a circa 80 metri di distanza.

 

 

 

Quando si sono accorti che l’uomo stava provando a scappare, lo hanno crivellato di colpi, dieci per la precisione. Poi hanno cosparso il corpo di benzina e gli hanno dato fuoco per paura del coronavirus. Il ritrovamento del cadavere ha suscitato un'ondata di sdegno a Seul e messo in difficoltà il presidente Moon Jae-in, che ancora insegue una trattativa di pace con Kim Jong-un. Già il 21 settembre la Corea del Sud aveva segnalato la scomparsa di un funzionario del Dipartimento della pesca, che era in servizio su una nave guardacoste nei pressi dell’isola di Yeonpyeong, vicino al confine con la Corea del Nord.

Ciò che sorprende è che il leader nordcoreano abbia deciso di inviare a Moon Jae-in una lettera, nella quale definisce l'incidente un "affare vergognoso" e si scusa "per aver deluso il presidente Moon e i sudcoreani". Sono le prime scuse formulate dal dittatore da quando è arrivato al potere nel dicembre del 2011, alla morte del padre. Secondo l'intelligence di Seul, l'ispettore ministeriale aveva cercato di disertare ma non sarebbe riuscito a convincere i soldati nordisti, che hanno chiuso la questione sparandogli, forse temendo che fosse anche positivo al Covid-19. La famiglia dello scomparso, che aveva due figli, nega che avesse alcun motivo o intenzione di tentare la improbabile fuga a nuoto verso il Nord.
 

 

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