"Il sistema di classificazione delle morti era stato manipolato". Aleksej Raksha punta il dito contro Putin. Il demografo quarantaduenne che da sei anni lavorava presso Rosstat, l'Istituto federale di statistica, spiega a Repubblica i suoi dubbi circa i decessi legati al coronavirus. Questi ultimi sono triplicati negli ultimi tempi. Un dato che non stupisce Raksha. Per lui la Russia ha nascosto le vere cifre a inizio pandemia "perché bisognava tenere il voto popolare sugli emendamenti costituzionali che dovevano garantire il potere a vita a Vladimir Putin".
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Il Tas di Losanna ha giudicato il ricorso della Russia contro la squalifica di quattro anni imposta a dicembre 2019 dall...Un'accusa, quella del demografo, che gli è costata le dimissioni. "Un ordine dall'alto", lo definisce per poi proseguire: "Lavorando ancora a Rosstat avevo accesso a queste informazioni e già in maggio mi sono reso conto che le morti da coronavirus erano molto più alte rispetto a quelle ufficiali". In sostanza per l'uomo c'è stata "una manipolazione intenzionale operata su due livelli. Primo, è stato dato l'ordine di effettuare autopsie per trovare malattie diverse dal coronavirus da poter citare come prima causa del decesso nei certificati post-mortem. Poi c'è stato un secondo livello di manipolazione: i dati diffusi su stopcoronavirus.rf da Rospotrebnadzor (il servizio per la sorveglianza dei diritti dei consumatori, ndr ) sono stati redatti a tavolino. Sono pura immaginazione. Non hanno nulla a che fare con la realtà". Accuse pesanti a cui lo zar non ha ancora replicato.