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Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, una morte terribile. Senza auto blindata, portati nella foresta dai ribelli. "L'Onu ce li ha sulla coscienza"

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Passato lo sgomento iniziale per la morte di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, sono molte le domande scottanti sulla triste vicenda dei due italiani uccisi brutalmente mentre stavano viaggiando su un convoglio dell'Onu in Congo, diretti a un evento del "Programma alimentare mondiale". Dagospia è il primo a porsele, non nascondendo un velo di polemica: "Qualcuno al palazzo di vetro di New York dovrà rispondere della loro morte. Come mai le Nazioni Unite non hanno fornito un'auto blindata, o garantito una scorta al diplomatico italiano?". 

 

 

La strada era stata precedentemente controllata e dichiarata sicura per essere percorsa anche senza scorte di sicurezza, ha fatto sapere il Programma alimentare mondiale in una nota ufficiale. Resta il fatto che era nota quella zona per la presenza di diversi gruppi armati che spesso prendono di mira i ranger del parco: fonti sostengono che la milizia responsabile appartenga ai ribelli ruandesi, che superano il confine per rubare, uccidere e rapire. L'ambasciatore Attanasio pare sia stato raggiunto da colpi di arma da fuoco, mentre il carabiniere Iacovacci sarebbe stato preso dai ribelli, che dopo un chilometro e mezzo circa lo avrebbero ucciso, lasciando il corpo nella foresta. 

 

 

"E' questo il modo di proteggere il personale diplomatico in una zona che da 15 anni è epicentro dell'instabilità del Congo?", si chiede ancora Dagospia. Il quale tra l'altro fa notare che questo potrebbe essere il terzo "contenzioso" con l'Onu nel giro di un anno e mezzo: ancora si attendono notizie su Mario Paciolla - trovato morto il 15 luglio 202 in Colombia - e su Francesco Zambon - il ricercatore che ha ricevuto pressioni dall'Oms per il rapporto critico sulla gestione italiana del Covid. "Speriamo di non dover aspettare altri mesi per sapere la verità sul decesso dei due cittadini italiani in Congo, morti mentre dovevano essere tutelati proprio dalle Nazioni Unite", è la chiosa di Dagospia. 

 

 

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