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Riscaldamento globale, la clamorosa confessione nel report Onu: "Il riscaldamento non lo fa l'uomo"

Giuliano Zulin
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Da quasi 48 ore siamo bombardati. Il rapporto dell'Onu sul clima, che annuncia catastrofi inenarrabili, ha preso il sopravvento. E i politici di mezzo mondo, che leggono solo il titolo giornalistico, annunciano che bisogna fare di più sul clima. Paolo Gentiloni, commissario europeo, l'altro ieri su Twitter: "Codice rosso per il pianeta. Conseguenze per tutti i continenti". 

 

Ma cosa dovremmo fare per raffreddare il clima? Seguire le deliranti proposte della Ue che entro il 2030 vuole uccidere l'industria dell'auto e affamare l'agricoltura? No, perché poi leggendo bene il rapporto dell'Onu si scopre che invece l'essere umano può fare ben poco. Anzi nulla. Ecco. La pandemia da Covid-19 ha permesso di condurre un esperimento altrimenti impensabile: la riduzione in tempi brevissimi delle emissioni di inquinanti atmosferici e gas serra dovuta ai lockdown estesi praticamente in tutto il mondo. Mentre la riduzione delle emissioni inquinanti ha portato a un seppur temporaneo miglioramento della qualità dell'aria a livello globale, la riduzione del 7% delle emissioni globali di CO2- una riduzione enorme mai sperimentata nei decenni passati - non ha prodotto alcun effetto sulla concentrazione di CO2 in atmosfera e, conseguentemente, nessun apprezzabile effetto sulla temperatura del pianeta. 

Questo perché, mentre la riduzione delle emissioni dei principali inquinanti- che permangono in atmosfera per alcuni giorni o, al massimo, per alcuni mesi - ha un rapido effetto sulla loro concentrazione con un considerevole beneficio sulla salute umana e sull'ambiente in generale, al contrario, per contrastare il riscaldamento climatico sono necessarie riduzioni della concentrazione di CO2, che permane in atmosfera per centinaia di anni, e degli altri gas serra che siano sostenute nel tempo e di grossa entità fino alla completa decarbonizzazione. Insomma, se nemmeno durante quei due mesi del 2020 che hanno visto il pianeta fermarsi, con la gente a casa e le industrie chiuse o semichiuse, è diminuita l'anidride carbonica nell'aria, allora cosa dovremmo fare? Rinunciare forse a vivere? Nessuno mette in dubbio che ci sia un surriscaldamento dell'atmosfera, però se si continua a puntare il dito sugli uomini- tra l'altro indistintamente senza specificare che sono gli asiatici i più inquinatori - non si fa un gran favore al pianeta. 

 

Perché poi scattano battaglie e provvedimenti ideologici che non risolvono i guai della Terra, ma che mandano in miseria centinaia di migliaia di essere viventi. Che comunque bisognerà mantenere. E con quali soldi se certe attività energivore saranno bandite? La natura è autonoma dalle leggi o dagli investimenti. Potrà migliorare l'aria se cambiassimo tutti le caldaie, non se sfrecciassimo in centro con l'auto elettrica, che costa in termini energetici più di una vettura che funziona a benzina o diesel. Parliamo pure di clima, però se negli ultimi 25 anni l'agricoltura è stata distrutta dalle politiche europee ultra globaliste, poi non lamentiamoci se non abbiamo più il 25% di alberi da frutto, che assorbono CO2...

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