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Afghanistan, Tommaso Claudi, il console-eroe che sfida i talebani e salva i bambini a Kabul. La foto sconvolgente

Tommaso Claudi

Mirko Molteni
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Mentre continua il ponte aereo da Kabul, si diffonde sui social una foto-simbolo. Il console italiano Tommaso Claudi, in giubbotto antiproiettile e con l'elmetto pronto a tracolla, prende in braccio un bambino dell'età di 6-7 anni, che il padre stesso gli porgeva, e lo solleva al di sopra della folla che si accalca all'aeroporto. Forse gli ha evitato di finire schiacciato o ferito. È la conferma dell'impegno di Claudi, e in generale del personale diplomatico italiano, per salvare le famiglie dei collaboratori del nostro contingente. Il segretario generale del nostro Ministero degli Esteri, Ettore Sequi, non può che twittare un limpido «Grazie Tommaso», idealmente rivolto anche agli altri colleghi.

 

 

IL BILANCIO - Del resto, il dramma peggiore è quello dei bambini. A tal proposito, il direttore generale dell'Unicef, Henrietta Fore ha diramato un pesante bilancio: «Oggi, circa 10 milioni di bambini in Afghanistan hanno bisogno di assistenza umanitaria per sopravvivere. Un milione di bambini soffriranno di malnutrizione acuta grave quest' anno e, senza cure, potrebbero morire; 4,2 milioni di bambini non vanno a scuola, fra cui 2,2 milioni di bambine. Da gennaio, le Nazioni Unite hanno registrato 2.000 violazioni gravi dei diritti dei bambini. Circa 435.000 bambini e donne sono sfollati interni». Sul lato militare, i talebani minacciano azioni se le truppe americane e occidentali resteranno all'aeroporto dopo il 31 agosto, data stabilita da Washington per il ritiro. Alzano la voce mentre già c'è allarme su possibili attacchi terroristici dell'Isis che creerebbero un carnaio.

 

 

Un primo "avvertimento" forse c'è già stato. All'alba di ieri un cecchino sconosciuto ha sparato a guardie aeroportuali afghane ai cancelli Nord dello scalo. La notizia è stata data dal contingente tedesco: «Alle 4.13 di stamattina una sparatoria fra guardie afghane ed elementi ignoti s' è conclusa con la morte di una guardia e il ferimento di tre suoi colleghi». Anche americani e tedeschi sono stati coinvolti nella scaramuccia. Già il consigliere alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, confermava: «La minaccia dell'Isis è persistente ed è qualcosa su siamo già concentrati con ogni mezzo del nostro arsenale». Lo stesso presidente Joe Biden ha affermato che «terroristi possono approfittare della situazione colpendo afghani e americani». L'ex-agente Cia Douglas London ha detto a USA Today: «L'Isis mantiene la capacità di condurre operazioni a Kabul». Se i talebani sono 85.000, il rivale Isis afghano è più limitato, ma insidioso: 1000 uomini per gli americani, 4000 secondo l'Onu. In Afghanistan hanno compiuto 20 attentati nel solo 2021. Forse tramano per la data fatidica del 31. Ieri il portavoce talebano Muhammad Suhail Shaheen ammoniva: «Le forze straniere devono ritirarsi entro il termine annunciato. Altrimenti sarà una violazione e reagiremo». Che eventuali scontri all'aeroporto siano causati da provocatori Isis o da deliberati attacchi talebani, il rischio è che la zona divenga una trappola se la pista sarà distrutta da granate. Il portavoce del Pentagono John Kirby assicura: «Siamo consapevoli delle richieste talebane, cerchiamo di completare del ponte aereo per il 31 e teniamo aperti canali di comunicazioni con loro». E il generale americano William Taylor stima in «37.000 le persone evacuate finora dal 14 agosto». Ma il ministro francese degli Esteri Jean Yves Le Drian è in ansia: «Siamo preoccupati per la scadenza. Serve altro tempo per condurre a buon fine le operazioni».

 

 

VERTICE IN VIDEO - Il sottosegretario alla Difesa britannico James Heappey ha anticipato: «Chiederemo agli americani di trattare coi talebani l'estensione del termine». Oggi è previsto il vertice straordinario G7 in teleconferenza chiesto da Boris Johnson sull'emergenza umanitaria e sull'atteggiamento verso i talebani, tanto da vagheggiare sanzioni. Proprio in sede G7 Johnson chiederà a Biden di estendere il termine, ma Londra spiega che «dipenderà dalla volontà dei talebani». I jihadisti sostengono d'aver riconquistato i distretti di Bannu, Pul-e-Hisar e Deh Salah, che la resistenza fondata da Ahmad Massud afferma d'aver liberato. Ma dal Panshir, nega tutto il portavoce della resistenza, Ali Nazary, ribattendo: «Siamo in migliaia contro i talebani, che non riusciranno a espugnare il nostro territorio». Si vociferano rifornimenti arrivati agli uomini di Massud dal Tagikistan mediante elicotteri, anche se il governo tagiko nega.

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