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Afghanistan, la trattativa segreta tra Cia e talebani mentre Biden parla all'Occidente

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Lo scorso lunedì, mentre i Grandi del G7 discutevano dell'opportunità di dialogare o meno con i talebani, la Cia era già in trattativa segreta col mullah Baradar. Gli Usa di Joe Biden, insomma, nonostante l'incontro fissato con gli altri leader nazionali per il giorno dopo, hanno preferito giocare d'anticipo. Mentre Mario Draghi e gli altri presidenti cercavano di capire come aiutare l'alleato a chiedere una proroga per l'evacuazione da Kabul, il Washington Post faceva sapere in esclusiva che in realtà il termine del 31 agosto era già stato confermato lunedì al termine di un incontro riservato tra il Direttore della Cia William Burns e il numero due dei talebani Abdul Ghani Baradar. 

 

 

 

L'unica concessione che pare sia stata fatta agli americani è quella di un eventuale piano B: il Pentagono potrà mettere a punto un piano di emergenza, pronto a scattare se per un motivo o per un altro sarà necessario restare in Afghanistan anche dopo fine agosto. Un incontro e un accordo davvero irrispettosi degli altri sei Paesi del G7, visto che proprio lunedì il premier inglese Boris Johnson aveva chiesto un vertice straordinario per decidere il da farsi.

 

 

 

Inoltre, il fatto che a dialogare con Baradar sia stata mandata la Cia, che aveva catturato il mullah nel 2009, rappresenta - come scrive il Giornale - un ulteriore segnale della debolezza americana. A quanto pare, gli Usa avrebbero preferito dialogare con i talebani per evitare nuove richieste da parte loro. I nuovi padroni dell'Afghanistan, infatti, avrebbero potuto pretendere il versamento dei 450 milioni di dollari di aiuti congelati dal Fondo Monetario Internazionale o la consegna dei nove miliardi di riserve valutarie in dollari bloccate presso la Banca centrale americana. 

 

 

 

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