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Regno Unito, i "morti tollerabili" e il piano B di Boris Johnson: Covid fuori controllo, panico e proteste

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A Londra cominciano ad avere paura, quella vera, dopo che i nuovi casi di Covid sono stati visti viaggiare oltre i 40mila al giorno per più di una settimana e dopo che la cifra dei morti  - oltre 200 - ha raggiunto i livelli dei primi di marzo.  Nei giorni scorsi i consiglieri scientifici e medici di Boris Johnson hanno sollevato in privato la questione: ma il primo ministro continua ad assicurare che tutto è "sotto controllo", rivela il Corriere della Sera.

 

 

 

Il capo della Confederazione del servizio sanitario nazionale ha chiesto la reintroduzione con urgenza di misure restrittive per evitare di "precipitare in una crisi". Ma l’orientamento è quello di puntare tutto sulla terza dose di vaccini, la cui distribuzione sta tuttavia andando a rilento. Johnson e i suoi ministri non si curano particolarmente del boom dei contagi, dal momento che il livello dei ricoveri e dei morti resta relativamente basso.

 

 

Johnson ha comunque in serbo un piano B, nel caso in cui la situazione dovesse sfuggire di mano: "prevede la reintroduzione delle mascherine al chiuso, la raccomandazione a lavorare da casa e forse anche il ricorso al green pass per discoteche e grandi eventi. Ma ciò che viene escluso è il ritorno al distanziamento sociale o a forme di lockdown. Assistiamo di nuovo una corsa contro il tempo: fra virus e vaccini", conclude il Corriere della Sera. Per certo, nel Regno Unito monta la polemica contro BoJo. Non solo per le sue "vacanze" dei giorni scorsi in un momento drammatico per il Paese, ma anche per la "soglia di morti tollerabile" di cui ha parlato. Frase controversa e finita nel mirino non soltanto dei critici del primo ministro.

 

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