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Donbass, "non muovetevi": lo strano ordine di Putin alle truppe. Banche e gasdotti, la "guerra fredda"

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Mosca non si prepara a schierare forze militari nell’Ucraina orientale, almeno “per il momento”. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri russo, sancendo di fatto una fase di stallo in cui si continuerà a cercare una soluzione politica e diplomatica per evitare una vera e propria guerra, che sarebbe di difficile gestione anche per lo stesso Vladimir Putin.

Quest’ultimo ha riconosciuto ufficialmente le repubbliche separatiste del Donbass, scatenando le reazioni dell’Occidente. Boris Johnson in un discorso in Parlamento ha annunciato sanzioni contro cinque banche russe e tre oligarchi vicini a Putin (ai quali è stato vietato l’ingresso nel Paese e congelato ogni sorta di bene): il premier britannico ha precisato che si tratta soltanto di una prima tranche di sanzioni, con le altre in preparazione che saranno ancora più dure. Non si è fatta attendere neanche la reazione della Germania, con il cancelliere Olaf Scholz che ha fermato la certificazione del Nord Stream 2, il gasdotto da 11 miliardi di dollari nato per portare il gas naturale russo a Berlino senza passare per la Bielorussia e l’Ucraina.

Nel frattempo le notizie da Kiev non sono particolarmente rassicuranti, nonostante Mosca faccia sapere di non voler attaccare per il momento: due soldati ucraini sarebbero stati uccisi nella notte, mentre altri dodici sarebbero rimasti feriti da colpi di mortaio. “Non cederemo niente a nessuno - è stata la replica del presidente Volodymyr Zelensky dopo il riconoscimento del Donbass da parte di Putin - i confini internazionali dell’Ucraina restano gli stessi”.

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