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Conto corrente, gli effetti devastanti della guerra: "Addio al 10% dei risparmi", ecco perché

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Tempo di guerra. In Ucraina, certo, ma le conseguenze economiche, in Italia, cominciano ad essere pesanti. E presto rischiano di diventare disastrose. Dunque è ragionevole fare delle considerazioni sulla gestione dei propri risparmi, del proprio conto corrente. 

 

Il punto è che lasciando i denari sul conto è possibile che il "peso" del denaro diminuisca, anche se non vengono utilizzati e anche in assenza di interventi esterni. Questo perché il potere d'acquisto del denaro potrebbe subire un forte contraccolpo a causa dell'aumento dei prezzi e del costo della vita, così come dell'inflazione. E in Italia sta accadendo esattamente questo. E insomma, anche se non abbiamo formalmente meno soldi, ci troviamo più poveri.

 

L'inflazione, dunque, può avere effetti pesantissimi sui nostri risparmi, in particolare in questo momento, con le conseguenze da pagare per l'invasione russa in Ucraina. Facciamo un esempio: su un conto corrente che ha un tasso di interesse all'1%, eventuali 100 euro depositati nell'arco di un anno arriveranno a valerne 101. Ma se l'inflazione fosse al 5%, per avere lo stesso potere d'acquisto sarebbe necessario avere un rendimento pari a al 5%, che porti i nostri risparmi a 105 euro, appunto.

Se si pensa che gli ultimi dati sull'inflazione che ancora non risentono completamente della guerra in Ucraina, la indicano al 6,2%, si capisce in modo lampante quanti soldi possiamo perdere semplicemente lasciandoli sul conto corrente. Anche perché autorevoli analisti non escludono che si possa sfondare anche il 10% di inflazione, considerata la massiva ondata di rincari che sta colpendo ogni settore, nessuno escluso.

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