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Ucraina, Vladimir Putin e le "mini-bombe atomiche". Se Zelensky resiste, "tabula rasa"

Mirko Molteni
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Cresce l'allarme sulla sorte delle centrali atomiche ucraine e sull'ipotesi che il presidente russo Vladimir Putin decida d'usare un'arma nucleare tattica per schiacciare Kiev. Le truppe di Mosca hanno catturato da giorni le centrali di Chernobyl e Zaporizhzhia, la maggiore d'Europa. Ieri fonti ucraine hanno affermato che i russi avrebbero annunciato allo staff di Zaporizhzhia che la centrale «non appartiene più all'Ucraina e d'ora in poi opererà sotto il controllo di Mosca e di Rosatom, l'ente atomico russo». La società nucleare ucraina Energoatom sostiene che i russi avrebbero già mandato sul posto 11 loro ingegneri. Gli ucraini accusano la Russia di minacciare un "sabotaggio" alle centrali nucleari occupate per minacciare l'Occidente.

 

 

 


L'ARSENALE - Ma la Russia non avrebbe bisogno di sabotaggi quando già dispone di 4.000 ordigni nucleari tattici, di potenza più limitata rispetto alle atomiche strategiche dei missili intercontinentali. La potenza delle armi nucleari si misura in chilotoni o in megatoni, cioè con l'equivalente della forza di un certo numero di tonnellate di esplosivo convenzionale tnt, ovvero il tritolo. Un chilotone è pari a 1.000 tonnellate di tritolo. Le "nukes" tattiche sono nella classe dei chilotoni, mentre quelle strategiche vanno da qualche centinaio di chilotoni a vari megatoni, laddove un megatone è pari a 1 milione di tonnellate di tnt. Le due atomiche sganciate dagli americani sul Giappone nel 1945, a Hiroshima e Nagasaki, avevano potenze di 12 e 20 chilotoni e oggi sarebbero considerate "tattiche", relativamente poco potenti. Una distruggerebbe un'area limitata a un raggio da 1 a 3 km, mentre le testate strategiche devasterebbero per 10-20 o anche 35 km, senza contare le ricadute radioattive. La dottrina militare russa prevede un uso più ampio, rispetto a quella americana, di "nukes" tattiche, rappresentate da una vasta gamma di sistemi, dalle testate dei missili alle granate d'artiglieria, dalle bombe d'aereo a piccole cariche nucleari in valigette o zaini, per operazioni speciali. Sugli ordigni russi si hanno scarse informazioni, ma si può dire che un eventuale impiego in Ucraina prevederebbe testate da 50 chilotoni sui missili Iskander, con gittata di 480 km, lanciabili da rampe autocarrate. Alcuni Iskander sono stati usati con testate convenzionali, ma è credibile che varie testate nucleari siano già distribuite ai reggimenti, pronte per essere alloggiate nelle ogive dei missili. Altro mezzo per sparare una piccola atomica è il semovente 2S19 Msta, un cingolato armato di un obice da 152 mm con gittata di 28 km. Normalmente spara granate convenzionali, ma la NATO valuta che i russi abbiano una granata nucleare del medesimo calibro. Fin dalla Guerra Fredda esistono proiettili di cannone atomici. La granata americana W48 da 155 mm, in servizio dal 1963 al 1992, poteva essere sparata anche da semoventi M109 dell'Esercito Italiano, in base alla "condivisione nucleare" NATO. La W48 fu una tra le atomiche più piccole di sempre, poiché la sua potenza era di soli 0,07 chilotoni, come 70 t di tritolo. Il suo raggio di distruzione doveva forse essere dell'ordine dei 150 metri.

 

 

 



ZAINI E VALIGETTE - Ma c'è di peggio. Nel 1992, Stanislav Lunev, ex-colonnello del GRU, il servizio segreto militare russo, disse all'FBI che negli anni precedenti i sovietici avevano infiltrato negli USA, dalle frontiere con Messico e Canada, valigette nucleari chiamate RA-115, del peso fra 20-30 kg e della potenza inferiore a 1 chilotone, pronte da far esplodere in caso di guerra nascoste presso città e infrastrutture americane. Qualcosa di simile fu lo "zaino atomico" americano Special Atomic Demolition Munition (SADM), anch' esso con potenza di nemmeno 1 chilotone e pesante 26 kg. Doveva essere piazzato da commandos nelle aree di un'eventuale avanzata sovietica in Europa ed è plausibile fosse utilizzato anche da nuclei della struttura segreta NATO "Stay Behind", nota in Italia come Gladio. Quanto alle bombe d'aereo Usa B61, che in 90 esemplari sono presenti anche in Italia, nelle basi di Aviano e Ghedi, la loro potenza è selezionabile da un minimo di 0,3 chilotoni a un massimo che, nel modello 4 arriva a 45 chilotoni, ma in altre versioni arriva a 340 chilotoni, entrando qui però nel campo strategico. 

 

 

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