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Angela Merkel "l'utile idiota di Vladimir Putin": l'accusa dagli Usa, la mano dell'ex cancelliera dietro la guerra

Carlo Nicolato
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Qualche ora prima Biden aveva definito Vladimir Putin «macellaio» e aveva sostenuto che lo stesso presidente russo «non può rimanere al potere», in entrambi i casi ricevendo prese di distanza dagli alleati europei e addirittura qualche critica dai quotidiani americani più vicini alla Casa Bianca. Posizione mantenuta e confermata in serata dal presidente Usa: «Non ritratto, ho espresso lo sdegno morale per le azioni di quest' uomo». In mezzo, puntuale, è arrivato un durissimo articolo di Politico, che così distante dagli interessi Usa ovviamente non è, che definisce i tedeschi, o almeno una generazione di essi, «gli utili idioti di Putin», comprendendo nel novero anche Angela Merkel, rea più di tutti gli altri, in quanto Cancelliera per tanto tempo, di aver accondisceso a tutti, o quasi, i capricci dello zar, anche quando l'evidenza suggeriva che non fosse possibile. Politico se la prende con la Germania perché è quella del Nord Stream II, perché è quella che con la Russia in questi anni ha mantenuto le relazioni più strette. Se la prende con Berlino perché, sostiene, «non è estraneo al lato sbagliato della storia».

 

 

 

In realtà avrebbe potuto prendersela anche con la Francia, basti pensare che all'inizio della crisi non c'era candidato alle elezioni presidenziali che fosse apertamente contro la Russia. E perché no, avrebbe potuto anche dare uno scappellotto all'Italia che ai tempi della Crimea si è allineata alle sanzioni a malincuore ben sapendo di essere uno dei Paesi che ci avrebbe rimesso di più. Insomma, avrebbe potuto prendersela con tutta la Ue perché fino a prova contraria Usa ed Europa non hanno gli stessi interessi riguardo alla Russia. Mentre i primi, con Putin o senza Putin, dai tempi della Guerra Fredda hanno sempre visto Mosca come potenziale rivale e nemico da arginare, i secondi devono fare i conti con la Russia da vicini di casa, preferendo il dialogo alla deterrenza delle testate nucleari. Preferendo la cosiddetta politica del Wandel durch Handel, il «cambiamento attraverso il commercio», che non è solo il braccio armato della Ostpolitik tedesca sostenuta a Berlino da Willy Brandt in poi, ma anche l'ovvia evoluzione delle relazioni che i Paesi europei hanno intessuto con la Russia da centinaia di anni, da quando gli Usa manco erano una nazione. Politico, cioè Washington, punta in particolare il dito contro la Merkel, responsabile principale dell'interessato appeasement con Putin: «L'ostinata insistenza della Germania nel impegnarsi con il leader russo di fronte alla sua prolungata aggressione (un catalogo di misfatti che vanno dall'invasione della Georgia all'assassinio di nemici all'estero e ai crimini di guerra in Siria)» sottolinea Politico, «è stato a dir poco un errore catastrofico, che guadagnerà alla Merkel un posto nel Pantheon dell'ingenuità politica al fianco di Neville Chamberlain».

 

 

 

ALLEANZE

Ingenuità? Ricordando qui solo di sfuggita i crimini di guerra perpetrati dagli alleati degli Usa negli ultimi 20 anni (o dagli americani stessi), per non citare le alleanze avventate costate carissime a Washington e non solo (vedi l'appoggio alle primavere arabe, ecc), è comunque ovvio che la guerra in Ucraina non risanerà la contrapposizione tra America ed Europa. La Nato è una cosa, l'Europa un'altra. Dare dell'ingenua alla Merkel significa guardare da Washington la politica europea con un binocolo al contrario. Le sparate di Biden ne sono la plastica evidenza. La definizione di "macellaio" riferita a Putin, seppur veritiera, è quella di un presidente americano che non si cura più di avere un qualsiasi rapporto con il dittatore russo (tanto più che ieri sera Biden ha ribadito: «Non ritratto nulla, esprimevo il mio sdegno»). L'Europa ha punti di vista diversi. Macron che con Putin deve parlarci anche per organizzare operazioni di evacuazioni da Mariupol, l'ha definita una dannosa «escalation né di parole né di azioni».

 

 

 

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