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Massimo Cacciari su Joe Biden: "Putin criminale e dittatore? Perché il presidente mi preoccupa"

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Massimo Cacciari si è detto preoccupato per il linguaggio e i termini che il presidente degli StatI uniti Joe Biden usa contro Vladimir Putin da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Il capo della Casa Bianca, infatti, ha definito lo zar "criminale di guerra" e "dittatore", inasprendo di volta in volta i toni. "Sono stupefatto da un certo linguaggio. Il linguaggio in politica ha un suo peso. Anche se penso che il mio oppositore politico abbia torto marcio, se voglio arrivare a una pace concordata con lui non posso dargli in continuazione del bandito o del criminale", ha detto il filosofo a Radio Cusano Campus.

 

 

 

Cacciari, però, si è augurato che dietro le parole del presidente ci sia qualcos'altro, magari persone che portano avanti le trattative. Il filosofo ha spiegato che c'è una grossa differenza con il passato: "Si tratta di un linguaggio diverso rispetto a quello che la diplomazia americana ha sempre avuto in situazioni simili. Ai tempi del Vietnam, nessun presidente Usa ha usato termini di questo tipo verso i russi". E poi ha invitato le grandi potenze a "incontrarsi e stabilire zone neutrali, cuscinetti di protezione, quali zone de-militarizzare".

 

 

 

Sul ruolo dell'Europa, infine, ha detto: "Vuole giocare il suo ruolo? Facesse da ponte tra queste potenze (Stati Uniti, Russia e Cina). Questo dovrebbe essere il suo ruolo, non quello militare, che fa ridere, senza nemmeno un esercito comune". Secondo lui, inoltre, solo la Germania con Angela Merkel potrebbe davvero avere un ruolo da mediatore. 

 

 

 

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