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Milan e Browning, le "armi letali" fornite dall'Italia all'Ucraina: un pericoloso azzardo contro Vladimir Putin?

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Gli orrori commessi dai russi a Bucha, cittadina vicina alla capitale Kiev, con decine e decine di corpi di civili lasciati per strada o nelle fosse comuni hanno scosso la comunità internazionale e in particolare quella europea, che in queste ore sta ragionando su come punire la Russia di Vladimir Putin. In particolare si valuta un totale embargo del gas, che sarebbe devastante per Mosca ma anche per l’Europa.

 

 

Nel frattempo continua l’invio di aiuti militari alla resistenza ucraina. Il Pentagono ha disposto forniture dal valore di 300 milioni di dollari, che si aggiungono agli 1,6 miliardi già spesi in precedenza. Gli Stati Uniti stanno inviando droni pesanti Switchblade, velivoli “kamikaze” con testata esplosiva, droni da ricognizione Puma, veicoli corazzati Humvee, missili guidati da leader, visori notturni, sistemi di immagini termiche, sistemi di comunicazione tattica, servizi di immagini satellitari. Se finora hanno sempre inviato armi considerate difensive, stavolta gli americani forniranno agli ucraini anche dei tank di fabbricazione sovietica.

 

 

Intanto l’Italia non resta a guardare: il governo ha preso l’inedita decisione di inviare “armi letali”, tra cui missili Stinger antiaerei, missili anticarro Milan, mitragliatrici Browning e Mg, oltre ovviamente alle munizioni. Ciò potrebbe urtare la "sensibilità" di Vladimir Putin, che ha inserito l'Italia tra i Paesi "ostili": ma come si suol dire, ormai il dado è tratto. Inoltre forniture alla resistenza ucraina arriveranno anche da parte della Gran Bretagna e dell’Australia: la prima manderà i missili antiaerei Starstreak a lungo raggio, mentre la seconda i veicoli blindati Bushmaster, descritti come particolarmente resistenti alle mine. 

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