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Vladimir Putin e il rapimento dei bambini ucraini: il "ratto" ordinato da Mosca

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La guerra di Putin fa strage anche di bambini. Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina a oggi sono almeno 165 i piccoli che sono rimasti uccisi e 266 quelli feriti. A dirlo è un rapporto della Procura generale del Paese. «Questi numeri non sono definitivi», si legge nel documento nel quale viene spiegato che «i dati continuano a essere raccolti nelle zone di conflitto, in quelle temporaneamente occupate e in quelle liberate, in particolare a Mariupol e in alcuni settori di Kiev e nelle regioni di Chernihiv e Luhansk».
I numeri sono stati in parte confermati dall'Unione europea: «L'esercito di Putin finora ha ucciso 158 bambini in Ucraina e ferito molti altri», ha dichiarato ieri la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, nel dibattito al Parlamento europeo sulla protezione nell'Ue dei bambini e dei giovani in fuga dalla guerra in Ucraina.
«Circa due milioni di bambini sono scappati dal Paese», ha aggiunto la commissaria.
Il presidente Volodimir Zelensky, invece, al Consiglio di sicuerezza delle Nazioni Unite, ha denunciato il rapimento di centinaia di piccoli ucraini da parte dei russi. Il sospetto è che vengano dati in adozione a famiglie russe. Ma la tratta dei minori non capita solo per ordine di Mosca. Sempre Ylva Johansson ieri ha rivelato che «le autorità lituane stanno indagando su un possibile traffico di 43 bambini per adozione. Il nostro obiettivo è proteggere i bambini portandoli dalla zona di guerra a un rifugio sicuro». Male notizie peggiori le ha diffuse su Telegram Lyudmila Denisova, commissaria del parlamento di Kiev per i diritti umani, secondo cui «a Irpin sono stati trovati bambini di 10 anni uccisi, con segni di stupro e torture». Infine c'è il dramma dei profughi: più di 7 milioni di sfollati, fuggiti dalle zone dei combattimenti verso occidente. Ssenza contare chi è riuscito a scappare all'estero- «La metà di coloro che hanno lasciato il paese sono minorenni: circa 2 milioni di fanciulli», spiega Simona Baldassarre, europarlamentare della Lega, responsabile dipartimento Famiglia della Lega. «Occuparsi di loro deve essere una priorità per l'Ue».

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