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Serghej Markov, "Zelensky verrà ucciso": le preoccupanti rivelazioni sulla guerra

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Serghej Markov è il direttore dell’Istituto di Ricerche politiche di Mosca ed è stato intervistato da Rosalba Castelletti, inviata de La Repubblica. Descritto come un uomo di fiducia di Vladimir Putin, Markov ha fatto il punto su quella che loro chiamano “operazione militare speciale”: è chiaro che le cose in Ucraina non stiano andando come avevano preventivato i russi, che contavano sul fatto che i soldati ucraini si sarebbero uniti a loro, consentendo una facile e rapida presa del Paese.

 

 

Innanzitutto, però, Markov ha rivelato che l’invasione dell’Ucraina era decisa da mesi, ben prima di quel fatidico 24 febbraio in cui è effettivamente avvenuta: “Joe Biden odia Putin. Farebbe di tutto per sabotare la sua rielezione. Meglio muoversi prima. L’offensiva era inevitabile. La decisione è stata resa nota a molti già a settembre”. Eppure diversi vertici russi sono apparsi sorpresi quando il 24 febbraio è iniziata l’invasione: “Chi lo sapeva? Il Consiglio di sicurezza, i dirigenti di Servizio e Difesa. C’è differenza tra prendere una decisione e metterla in atto però. Molti capivano che sarebbe morto il vecchio mondo e nutrivano la speranza che lo avrebbero preservato prevenendo il conflitto”.

 

 

Markov è stato messo in difficoltà quando gli è stato fatto notare che sostiene che la maggioranza degli ucraini sia filorussa: e allora perché sta resistendo strenuamente contro l’invasione? “Con l’operazione - è stata la risposta di Markov - c'è stato un forte calo degli umori filo-russi non perché gli ucraini siano patrioti o perché i russi commettano crimini. È frutto di terrore e propaganda, come ai tempi della Germania nazista". Mentre Zelensky "potrebbe restare a capo di questo pezzetto di Ucraina filoamericana, ma credo che verrà ucciso prima". Da chi?"Da un parente delle vittime dei suoi crimini o dagli stessi nazisti di Azov".

 

 

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