Ucraina, soldati russi si ribellano a Putin: "Non ci paga, non combattiamo". I ceceni li giustiziano: spunta l'audio choc
Tre soldati russi sarebbero stati uccisi dal fuoco amico nel distretto di Pologovsky: ciò sarebbe accaduto perché i militari avrebbero deciso di deporre le armi. A giustiziarli non sarebbero però stati i connazionali, ma un manipolo di combattenti ceceni, che sono “ideali” per eseguire i lavori sporchi agli ordini di Vladimir Putin. A dare i dettagli di questa vicenda è stato Ivan Arefyev, portavoce dell’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia.
“Secondo i servizi ucraini - le sue parole contenute in una dichiarazione su Telegram - ieri nel distretto di Pologovsky le truppe russe hanno iniziato a ribellarsi: i soldati russi non volevano combattere perché non hanno ricevuto i pagamenti promessi. Gli uomini di Kadyrov (leader ceceno, ndr) hanno brutalmente ucciso tre degli istigatori della rivolta che erano pronti a deporre le armi e tornare a casa”. I combattenti ceceni sono al fianco dei russi fin dall’inizio dell’invasione: anzi, nelle prime fasi pare che avessero ricevuto l’ordine di uccidere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Mosca, multato per colpa delle sue scarpe: l'ultima follia in nome di Putin
Stando a una registrazione audio rilasciata dal servizio di sicurezza ucraino, un presunto soldato russo si lamenta con un amico dei comandanti che hanno dato l’ordine di sparare ai civili. I tre soldati uccisi dal fuoco amico si sarebbero invece lamentati di non ricevere la paga e per questo avrebbero deciso di deporre le armi: decisione che hanno però pagato con la vita.
"Non combatteremo". Lukashenko molla Putin? Alleato dell'Occidente? Voci clamorose da Minsk