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Vagit Alekperov, oligarca anti-Putin? No: "Perché si è dimesso dalla Lukoil"

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È ufficiale. Vagit Alekperov si è dimesso. Il fondatore, comproprietario, direttore generale e membro del cda di Lukoil, nonché secondo produttore russo di petrolio dopo Rosneft e il più grande non statale: ha mollato l’azienda. Il motivo di tale decisione potrebbe derivare da ciò che ha detto il 3 marzo a una settimana dalla cosiddetta ‘operazione militare speciale’ in Ucraina. Alekperov aveva così dichiarato: “Sono a favore della rapida cessazione del conflitto armato e della sua risoluzione attraverso un processo negoziale, attraverso i canali diplomatici”. Con queste parole si è distinto da molte altre società russe che invece erano a favore della guerra.

 

 

Ma non sembrerebbero le divergenze politiche ad averlo portato alle dimissioni, o almeno non solo, bensì la volontà di salvare l’azienda. Stando a quanto riporta La Repubblica, Alekperov si sarebbe fatto da parte per non far crollare l’azienda da lui fondata 29 anni fa, sancendo un accordo con le autorità britanniche. In cambio della sua ritirata i suoi ricchi conti sarebbero stati sbloccati nel Regno Unito, dov’è anche quotato in Borsa, e non dovrebbero più essere toccati in futuro.

 

 

Quello di Vagit è un patrimonio da far girare la testa. A inizio anno ammontava a circa 16.5 miliardi di euro. Forbes lo aveva infatti inserito nella lista degli 100 uomini più ricchi al mondo. Inoltre l’imprenditore è anche investitore nel giacimento di Shah-Deniz (Azerbaijan), proprio da cui esce il gas che rimpinza il Tap, tubo che passando per l'Albania giunge in Italia, nei pressi di Lecce, con una quota del 19,9% raddoppiata a febbraio comprando il 9,9% dai malesi di Petronas per 1,45 miliardi di dollari. Alekperov si sarebbe quindi fatto da parte per salvare l’azienda. “Sacrificandosi” i conti del secondo produttore russo di petrolio non verranno mai più toccati.

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