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Baltico e Mar Nero, la "rete da pesca" che spiazza i russi: così l'occhio svela tutto

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Gli aerei da sorveglianza dell’Occidente hanno gettato una gigantesca “rete da pesca”, che va dal Baltico fino al Mar Nero. Lo scrive il Corriere della Sera, che ha approfondito con l’ausilio del generale Vincenzo Camporini il funzionamento strategico e l’utilità di un dispositivo che è attivo da prima della guerra in Ucraina, ma che adesso è cruciale. Tale “rete” permette infatti di seguire le operazioni belliche dei russi: si tratta di mezzi sofisticati, che aiutano a capire in anticipo le mosse delle forze di Mosca e persino gli ordini impartiti da comando e ufficiali.

 

 

Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, c’è un ampio schieramento di droni che svolgono un gran lavoro di ricognizione, essendo dotati di sensori radar e anche di sensori per l’ascolto delle frequenze. Uno dei mezzi più potenti a disposizione dell’Occidente è un Awacs: si tratta di un radar volante che riesce a scorgere un elicottero fino a 400 chilometri di distanza. Questo significa che riesce a vedere bene all’interno dei confini ucraini pur rimanendo fuori dallo spazio aereo nazionale.

 

 

“Mettendo insieme tutte queste informazioni - ha spiegato il generale Camporini al Corsera - si riesce ad avere il quadro della situazione, perché con questi sistemi si ascoltano le telefonate e si localizzano, così come si captano le comunicazioni radio e si individuano le unità”. Tutte queste informazioni vengono poi assorbite da software che le elaborano, fornendo la situazione tattica sul terreno, con quello che sta succedendo e quello che potrebbe accadere.

 

 

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